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"IL CONTADINO NON È L’ULTIMO": LA DENUNCIA DI GIUSEPPE LI ROSI, CUSTODE DEL GRANO EVOLUTIVO

"IL CONTADINO NON È L’ULTIMO": LA DENUNCIA DI GIUSEPPE LI ROSI, CUSTODE DEL GRANO EVOLUTIVO

Nella video intervista condotta da Luca Giannino per il progetto Adotta un Raccolto di Petra Evolutiva, l’agricoltore siciliano lancia un appello accorato: “Dobbiamo restituire dignità alla terra e a chi la coltiva. Ai giovani non possiamo lasciare solo un sistema che sfrutta e distrugge”.

“Il contadino medievale era un benestante. E oggi invece continuiamo a raccontare la favola sbagliata, quella che lo vuole sporco, ignorante, ultimo degli ultimi”

Giuseppe Li Rosi non le manda a dire. Intervenuto nella video intervista coordinata da Luca Giannino per il progetto Petra Evolutiva, l’agricoltore siciliano – tra i primi in Italia ad aver creduto nella coltivazione di popolazioni evolutive – ha offerto una riflessione dura e appassionata sul presente dell’agricoltura.

“Ci troviamo dentro una gabbia culturale”, ha detto. “Un attacco antico, che affonda le radici nei secoli passati e che oggi continua con forme più moderne ma altrettanto subdole: disprezzo, marginalizzazione, speculazione finanziaria”

Il riferimento è chiaro anche agli sviluppi più recenti: l’autorizzazione europea all’uso in campo aperto degli ITEA, i nuovi OGM

“Gli hanno solo cambiato nome”, denuncia, “ma sono modificazioni genetiche a tutti gli effetti, e potranno entrare nei nostri piatti senza obbligo di dichiarazione”.

Li Rosi parla senza filtri e con un’urgenza che coinvolge. 

“Cosa stiamo lasciando ai giovani? Tecnologie che li scollegano dalla natura? Un’agricoltura ridotta a commodity, dove il prezzo del grano viene deciso a 6.000 chilometri di distanza da gente seduta al computer? In Italia chiude un’azienda agricola ogni 35 minuti. Ogni 35 minuti!”

Ma non è solo una denuncia. C’è anche un’idea alternativa, un’altra visione. 

“Stiamo creando qualcosa di diverso. È piccolo, sì. Due ettari non cambiano il mondo. Ma è un inizio. È un seme”. Il riferimento è alla rete che si è creata attorno al progetto “Adotta un Raccolto”, dove agricoltori e artigiani – come Francesco Ramundo, Giacinto Beninati e tanti altri – collaborano per far crescere una filiera fondata su rispetto, biodiversità e relazioni vere.

“La vera agricoltura – conclude Li Rosi – si fa col cuore. Perché quando arrivano tre annate storte, se non hai cuore, chiudi. E invece noi dobbiamo far crescere anche un altro conto, oltre a quello in banca: il conto del cuore. Quello che ci portiamo dentro. L’unico che alla fine davvero conta”.

Un messaggio forte, quello che arriva da questa video intervista, e che Luca Giannino riassume con una frase semplice ma decisa: “Sono straconvinto che stiamo creando valore”.

(ndr) Libera rielaborazione dei testi originariamente contenuti nella seguente fonte:

video-intervista con gli adottanti e gli agricoltori di Lazio, Toscana e Marche

PETRA srl - via Roma 49 - 35040 Vighizzolo d'Este (PD) Italia IT03968430284

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