Valentino Tafuri_Tre Voglie - Intervista a TuttoPizza 2024
NAPOLI – Se c'è una cosa che è emersa chiaramente allo stand Petra durante TuttoPizza alla Fiera d’Oltremare, è che Valentino Tafuri non è il tipo che si accontenta. Dieci anni fa ha aperto 3 Voglie a Battipaglia, e da allora non ha mai smesso di impastare, sperimentare e – soprattutto – migliorare.
“Sono un ossessionato dell’arte bianca”, ci dice senza mezzi termini. E lo dimostra ogni giorno: pizza, pane, croissant e ora anche pasta fresca. Non si ferma mai. Anzi, ogni nuova preparazione è un’occasione per imparare qualcosa di nuovo – e condividerlo.
Un laboratorio che non dorme mai
Nel suo locale a Battipaglia si lavora con grano germogliato, si usano le farine HP di Petra, si sperimenta il protocollo LMT-25 per abbattere i panetti e conservarli a -25°C senza perdere qualità. Insomma, si lavora duro.
“Ma sempre con umiltà”, tiene a sottolineare Tafuri. “Il successo non è diventare famosi, ma fare la differenza ogni giorno”.
Niente fronzoli: critiche > complimenti
Valentino è uno di quelli che non si gasano troppo per i complimenti.
“Non sai mai se i complimenti sono sinceri. Preferisco le critiche: ti fanno crescere”.
E cresce davvero: non solo nel suo locale, ma anche in aula, dove insegna pizza e pane nella scuola di alta formazione In Cibum.
“Insegnare è bellissimo. Ogni volta che sperimento qualcosa penso: ‘domani lo racconto agli studenti’”. Ed è lì che scatta la vera condivisione, quella che nasce dalla pratica, dagli errori, dai tentativi.
Le sue “Tre Voglie”? Te le racconta lui
Margherita anni ’80 – “Un grande classico, con pomodoro, fior di latte, parmigiano e pecorino”
Tre Voglie – “Ispirata a Torino: stracotto di manzo e maiale, salsiccia, fior di latte”
Il croissant salato – “Con marmellata di pomodoro e stracciatella di bufala. Un ponte tra Francia e Campania”. Sì, hai letto bene: croissant e pomodoro. E funziona eccome.
Valentino Tafuri è uno che non cerca scorciatoie. Ogni impasto è una sfida, ogni servizio un’occasione per mettersi alla prova, ogni gesto un modo per restituire ciò che ha imparato. Ha una 'fame buona': di sapere, di autenticità, di qualità vera. Non cerca la fama, ma il suo lavoro parla per lui. E per chi crede che l’arte bianca sia molto più di un mestiere, è già un riferimento.
(ndr) Libera rielaborazione dei testi originariamente contenuti nella seguente fonte:
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