Ogni cottura è adatta a un determinato momento della giornata, clima e stato d’animo.
D’altra parte, da ormai qualche anno, la pizza ha invaso la cucina e si è impossessata di molteplici strumenti di cottura, dal bollitore, alla vaporiera passando per la padella.
Ogni attrezzo va studiato e approfondito con cautela e consapevolezza al fine di garantire una pizza buona tanto quanto quella cotta secondo i metodi canonici.
Alcuni tra i pizzaioli più apprezzati d’Italia hanno sperimentato e ottenuto ottimi risultati al punto che adesso non è più possibile sostituire sempre al termine cuocere il verbo infornare per indicare il gesto di cottura della pizza.
La pizza cotta al vapore
Massimiliano Alajmo, lo chef più giovane di sempre ad aver ricevuto le tre stelle Michelin, ha recentemente aperto Amor a Milano, un locale, progettato da Philippe Starck, che propone pizza cotta al vapore, eventualmente resa croccante da una doppia cottura ad alte temperature.
Alajmo stesso racconta così il suo impasto:
“è stato reso più leggero, salutare e gustoso grazie a una spolverata d’amore, uno sbuffo di vapore e una goccia di spirito veneziano”.
Il disco, con una bassissima percentuale di lievito, è cotto interamente a vapore e successivamente condito con materie prime di alta qualità lavorate con tecniche all’avanguardia.
Tra i gusti disponibili c’è l’Amatriciana e la Vegana con ortaggi di stagione oltre a una pizza al vapore dolce con crema di nocciole e cacao, nocciole caramellate e cioccolato fondente.
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Francesca Feresin
fonte: https://www.agrodolce.it/2019/05/16/7-cotture-alternative-della-pizza-secondo-chef-e-panificatori/
Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)
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