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Brexit, il destino della cucina italiana a Londra è appeso a una firma


Nel Regno Unito, “cucina italiana” e “ricette italiane” sono dei veri e propri trend su Google. “Italian restaurants” è una delle ricerche più frequenti, insieme a come si cucinano il pollo e la pasta...

A dirlo è la ricerca “L’Italia sulle tavole d’Europa”. Ma tutto questo slancio per il cibo Made in Italy potrebbe subire un brusco rallentamento. Il 29 marzo, giorno in cui sarebbe dovuta scattare la Brexit, è passato e, ad oggi, ancora nessuno sa se e come Londra dovrà lasciare l’Unione europea.

Le ultime notizie parlano addirittura della possibilità che tutto rimanga invariato, viste le ultime dichiarazioni della premier britannica Teresa May: «O lasciamo l’Ue con un accordo o non la lasciamo affatto». Al momento, l’unica certezza è che a regnare sovrana sull’isola non è solo la regina Elisabetta II, ma anche un diffuso senso di incertezza.


Brexit per la cucina italiana:aumento dei prezzi e problemi con il personale

Una situazione di precarietà che riguarda da vicino anche molti connazionali impiegati nel settore della ristorazione. Di ristoranti italiani a Londra, infatti, ce ne sono centinaia. Accanto a quelli che scimmiottano la nostra cucina, negli ultimi anni sono arrivati fior fiore di ristoratori che hanno cercato di valorizzare la tradizione culinaria del nostro Paese.

«In caso di hard Brexit, un’uscita senza accordo, il prezzo dei prodotti importati dall’Italia subirebbe un aumento considerevole. Un altro problema riguarderebbe il personale»

A parlare è Ciro Salvo della pizzeria 50 Kalò di Napoli, che a luglio dell’anno scorso ha aperto un locale anche a Londra.


50 Kalò, la pizza a Londra la fanno i napoletani

La pizza è uno dei cavalli di battaglia con cui l’Italia è andata alla conquista non solo del Regno Unito ma del mondo intero. Apparentemente facile da fare, in molti provano a proporre “la pizza, quella vera” pur mettendoci sopra gli ingredienti più improbabili, ma la napoletana solo in pochi la sanno fare a regola d’arte. E lo hanno capito anche gli inglesi, merito di pizzaioli e imprenditori che, come Salvo, hanno deciso di esportare non solo un marchio, ma anche maestranze e prodotti tipici.

Certo non sarà mai come mangiarla a Napoli, ma ci si avvicina molto. Dopo aver convinto i napoletani con i suoi impasti leggeri e i suoi ingredienti ricercati, Salvo, anziché approdare a Milano, come stanno facendo molti dei suoi colleghi, ha deciso di lanciarsi nell’impresa londinese.

Il suo 50 Kalò a Londra ha meno di un anno e già un ottimo riscontro di pubblico e di critica. Lo dimostra la «crescita costante del fatturato». Frutto di un lavoro di squadra. Una squadra fatta per lo più di persone che hanno lavorato al suo fianco a Napoli, carpendo i suoi segreti, e che oggi sono a Londra.


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Laura Filios
fonte: https://www.lacucinaitaliana.it/news/in-primo-piano/brexit-cucina-italiana-londra-cosa-succede/

Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)

 

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