Ha lavorato molto all’estero. Nel 2002 ad esempio era a Sydney, poi New York, quindi a Panarea nelle Eolie dove avrà modo di conoscere, lui in cucina, l’altro in sala, quello che lui tuttora chiama sempre e solo Il Capitano.
Trattasi di Fabio Cannavaro, il capitano dell’Italia campione del mondo di calcio nel 2006 in Germania.
«Veniva in vacanza con la sua barca alle Eolie e frequentava il mio ristorante, nove anni di ristorazione lì e nell’autunno 2013 eccomi negli Emirati grazie a lui. Qui c’è un tifo importante per la Juve e lui, il Capitano, allenava qui».
Come dire due più due uguale quattro: «Voleva poter mangiare una pizza margherita autentica e mi chiese, visto che aveva una quota nel Lounge Cafè Italiano, di impostare il lavoro. Dovevo rimanere tre mesi, sono già tre anni che vivo e lavoro qui». Piuttosto è stato Cannavaro a lasciare Dubai per trasferirsi in Cina.
Non è facile fare qualità lì, tra il deserto e i grattacieli. Per la Margherita solo ingredienti Dop, ma è dura anche perché costa tutto tanto, anche il prodotto di scarsa qualità. E tutto in pratica passa attraverso canali distributivi francesi che, ovviamente, prima piazzano con i loro rappresentanti il made-in-France e poi, con calma, il made-in-Italy. Idem al momento della spedizione: se resta spazio vuoto, si carica anche quanto italiano. Lo faremmo anche noi, solo avessimo una testa e un sistema diversi.
Paolo Marchi
fonte: http://newsletter.identitagolose.it/email.php?id=642
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