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Il nuovo corso dell'Apogeo di Pietrasanta


Apogeo, un anno dopo. Era il luglio 2014 quando l’insegna di Pietrasanta (Lucca) lasciava il suo vecchio indirizzo per accomodarsi in una struttura tutta diversa, un casolare immerso nel verde.

«Qui abbiamo anche il nostro orto – spiega lo chef Massimo Giovannini, 48 anni – Ora è tempo di pomodori, zucchine, melanzane…».

Ma è tempo, soprattutto di un ulteriore salto di qualità. Perché la nuova location ha cambiato anche la frequentazione di Apogeo, sempre più meta di pizza-appassionati dalle città vicine, da Firenze, ma anche da Milano.

Ciò impone a Giovannini anche maggiore attenzione a quella che lui chiama «l’oggettività della pizza».

Vale a dire i valori fondamentali su cui si costruisce una proposta di estrema qualità, qual è quella di Apogeo: la conoscenza dei tempi di lievitazione (con lievito madre ogni volta che serve, utilizzato oggi con maggiore continuità e consapevolezza), la cottura, la farcitura che rispetti gli ingredienti e la loro stagionalità.

«E’ bello avere a che fare con persone esigenti, che chiedono, vogliono sapere, ma apprezzano davvero il lavoro», commenta soddisfatto il pizza-chef, ora più impegnato sulla nuova frontiera: i valori nutrizionali. Ossia una pizza buona, sana, ma che risponda anche alle esigenze di benessere di chi la consuma.

«Usiamo sempre più spesso i Bricks di Molino Quaglia – spiega Giovannini – Oggi propongo principalmente tre impasti, quello classico per la pizza al piatto, con lievito madre; una biga integrale con lievito di birra; un impasto tutto integrale».

Ma poi sono numerose le “sperimentazioni” e le varianti, in cui viene aggiunto in un caso grano saraceno, nell’altro farro, e così via.

Delle proposte particolarmente intriganti per l’estate?

 «Una pizza a base bianca con burrata, fichi, crudo di Pratomagno e mosto cotto. E un’altra, una sorta di rivisitazione del classico polpo e patate, con quest’ultimo elemento in due consistenze – in crema e a tocchetti – più olio di prezzemolo, crema di olive taggiasche e capperi di Pantelleria croccanti».

Le abbiamo assaggiate entrambe: deliziose.


Carlo Passera
fonte: 
http://newsletter.identitagolose.it/email.php?id=531

Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)

 

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