Qui, da quasi tre decenni, fa il cuoco, come orgogliosamente ama definirsi, il bravo Mimmo Molaro.
Locale ben curato e bino: una sala con legno dominante è funzionale pub ed altra sala, ben arredata e molto accogliente, è ristorante e pizzeria. Ampie le terrazze esterne per cene al fresco estivo.
Forno a legna, ovviamente ed ingredienti di prima scelta. Lunghe e sapienti le lievitazioni. Qui si usa il lievito madre. La farina è la Petra 3 del Molino Quaglia. Evidente l’amorevole cura consulenziale di Luigi Acciaio, pizzaiolo formatore di pizzaioli.
In cucina Mimmo si esalta in preparazioni che tengono conto del suo fertile territorio e di un pescato in prevalenza locale. Tra i primi, assolutamente da non perdere le linguine con pesto di Pistacchio di Bronte e basilico.
Le pizze, da valente pizzaiolo ben fatte, sono da Mimmo ricettate, e ci sono le tradizionali e quelle di sua invenzione.
Si suggerisce, soprattutto se in nutrita compagnia, il “giropizza”, ovvero cedere a Mimmo la responsabilità della scelta e voluttuosamente assaggiare, così, ben più di una sola pizza, in dosati spicchi, beninteso.
Si va dall’ottima margherita, con uso di fiordilatte di Agerola e non di mozzarella di bufala, ad una pizza squisita, con melanzane e pomodori secchi adoperati in goloso contrappunto.
Eccellente l’olio adoperato: Dop delle Colline Salernitane. Ottimi i dolci, tutti fatti in casa. Imperdibile il flan di cioccolato. Buona la carta delle birre. Ben presenti anche ottimi vini non solo campani. E ben calibrata anche la proposta di liquori, con eccellenti rhum. Prezzi più che onesti.
Vincenzo D'Antonio
fonte: https://www.italiaatavola.net/articolo.aspx?id=37879
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