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L’ULTIMA, AMARA PIZZA: CHI DIFENDERÀ GIOVANNI SANTARPIA DAL SUO STESSO COGNOME?


Giovedì Giovanni Santarpia ha preparato la sua ultima Margherita, quella che chiude la sua esperienza nella pizzeria di largo Annigoni.
 

In attesa del prossimo capitolo professionale, il pizzaiolo che ha guidato la rinascita della pizza a Firenze si consola con collaborazioni vip e consulenze.

Chissà cosa deve aver pensato Giovanni Santarpia, quando giovedì sera ha infornato la sua ultima Margherita. Chissà se quel gesto così meccanico, ripetuto ogni sera con costanza e precisione sin da quando era un ragazzino, per una volta ha avuto un che di diverso rispetto al solito.

Anche se di sicuro il cliente non se n’è accorto, quell’ultima pizza deve aver pesato come un macigno sul cuore del pizzaiolo di Castellamare di Stabia, l’uomo che ha guidato la rinascita della pizza d’ispirazione napoletana in riva all’Arno aprendo la strada a Mario Cipriano, Marco Manzi, Ciro Tutino, Romualdo Rizzuti e così via.

Già, perché dopo due anni e mezzo dall’apertura del locale in largo Annigoni, Giovanni Santarpia lascia Santarpia. Certo, per lui che possiede una maestria con pochi uguali a Firenze il futuro non può che riservare nuovi capitoli positivi: basti pensare alle collaborazioni vip (l’ultima delle quali a Brusaporto, alla corte del fratelli Bobo & Chicco Cerea del ristorante tristellato “Da Vittorio”) e alle consulenze che da qui a breve potrebbero arrivare.

Resta però un aspetto, che riempie di amarezza Giovanni (anche se lui dell’argomento non vuole parlare, e su cui non vuole rilasciare dichiarazioni) e che in fondo lascia perplessi anche chi – come il sottoscritto – non ha eccessiva confidenza con il mondo del diritto commerciale: Santarpia lascia Santarpia, ma la pizzeria va avanti senza di lui.

Legittimo, magari, non siamo noi a poterlo affermare. Ma che una persona ancora vivente, quindi non storicizzata, non possa disporre del proprio stesso cognome a fini commerciali è già bizzarro di suo.

Lo è ancora di più se pensiamo che a Firenze il nome Santarpia è diventato sinonimo di qualità, e che d’ora in avanti chi ha creato quella qualità non possa più usare il suo stesso brand/cognome mentre quest’ultimo starà a indicare pizze che non saranno più realizzate da lui.

Insomma, le pizze di Giovanni Santarpia non si mangeranno più da Santarpia, mentre da Santarpia di mangeranno pizze non più preparate da Giovanni Santarpia.

Per assurdo, chi tutelerà il “buon nome” delle pizze griffate Santarpia se – mettiamo caso – nel tempo si verificasse un calo della qualità in largo Annigoni? Chi coprirà il rischio d’immagine per Giovanni Santarpia o, per dirla in altri termini, chi lo difenderà dal suo stesso cognome?


Marco Gemelli
fonte: 
https://www.ilforchettiere.it/ultima-amara-pizza-giovanni-santarpia/

Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)

 

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