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come e dove Petra arriva in tavola
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Santarpia, Napoli a Firenze


"Era un bel po’ che volevamo andare a provare la pizza di Giovanni Santarpia, veracissimo pizzaiolo napoletano (per la precisione di Castellammare di Stabia) da anni trasferitosi in Toscana, e...
 

...finalmente ci siamo riuscite anche grazie alla compagnia di un’amica fiorentina, a un viaggio pianificato in anticipo e al sistema di prenotazione online tramite The Fork, visto che acchiappare un tavolo nel locale fiorentino e’ un’impresa!

Dopo aver portato i Tre Spicchi del Gambero Rosso a Palazzo Pretorio (bel locale chiantigiano che comunque le conserva) Giovanni ha deciso di stabilirsi in citta’ aprendo la sua pizzeria, Santarpia, conquistando subito anche li’ premi, Spicchi e gran successo di pubblico.

Ex scugnizzo – come dimostrano ancora lo sguardo sveglio e la battuta sempre pronta – Giovanni non e’ figlio d’arte. Come ci racconta, per levarsi dalla strada e guadagnare i primi soldi inizio’ da giovanissimo a fare il “ragazzo di bottega” in una rosticceria sotto casa, e fu grazie ai consigli di un cliente ex-pizzaiolo che il titolare decise di mettere anche il forno per le pizze e che lui imparo’ i primi rudimenti.

Da quel momento inizio’ a girare l’Italia per le “stagioni”, la prima con uno stipendio vero a Capri alla Sceriffa. Dopo varie esperienze e anche tanti diversi tipi di impasto – imparati rubando il mestiere con gli occhi dai pizzaioli piu’ esperti – decise di tornare alle origini, vale a dire all’impasto “da panettiere” con cui era partito:

farina, sale, acqua e lievito, ma un po’ piu’ “consistente” del Napoletano classico, piu’ simile in qualche modo a quello di Franco Pepe che per lui e’ un grande esempio.

E nel 1998, dopo l’ultima stagione a Capri, decise anche che quello sarebbe stato il suo mestiere. Alla fine, appunto, la sua strada l’ha trovata in Toscana, « una regione a cui devo moltissimo», dice.

Ed e’ appunto un impasto “da panettiere” che propone anche oggi a Firenze, appena rimodulato per l’adozione di nuove farine, nuovo forno (sempre a legna) e un’impastatrice a bracci invece che a spirale. Ma la sostanza non cambia e le pizze sono sempre buonissime, come dimostra il sold out praticamente costante.

Il locale, aperto con due soci toscani che lo hanno voluto a Firenze, si trova nella zona di Santa Croce, affacciato su una grande piazza, ed e’ molto bello con un lungo bancone decorato con un maioliche colorate riprese anche sul menu, arredamento moderno e luci ben studiate.

Appena si entra si vedono il pizzaiolo e i suoi collaboratori – tra cui Simone, ex grafico pubblicitario che gia’ qualche anno fa ha deciso di imparare il mestiere di pizzaiolo e ha scelto Giovanni come maestro – all’opera tra forno e impasti, mentre in sala c’e’ del personale giovane e veloce (anche troppo, ma si capisce che qui i ritmi sono intensi!).

Il menu propone una bella scelta di pizze (tra gli 8,5 e i 13 euro), tra cui molte disponibili su richiesta anche nella versione senza glutine come pure le crocchette di patate e gli arancini.

Una scritta spiega che tutte le pizze sono realizzate con farine del Molino Quaglia e con una lievitazione di 48 ore e che anche il pane e’ fatto in casa e cotto nel loro forno a legna, mentre per i condimenti si utilizzano solo (ottimi) prodotti italiani, per lo piu’ tra Campania e Toscana.

Ma oltre fritti e pizze – a cui vanno aggiunti anche gli specials del giorno sulla lavagna, da cui noi abbiamo scelto degli squisiti porcini fritti – c’e’ anche altro:

chips di patate rosse di Cetica, moscardini con olive taggiasche e capperi di Pantelleria, fresella con polpo in salsa verde, acciughe del mercato Sant’Ambrogio marinate, diversi dolci di produzione propria e gelati artigianali di Vivoli.

Noi abbiamo assaggiato la Margherita Gialla con pomodori gialli Danicoop, provola affumicata misto bufala de Il Casolare, ricotta di pecora salata, basilico, e olio extravergine bio Poggio al Vento Igp Toscano, e lo strepitoso Calzone fritto con crema di ceci fatta in casa e baccala’ del Mercato Sant’Ambrogio.

Siamo restate con la voglia, invece, di assaggiare quella che sembra una vera bomba, in senso buono: il panino fritto con il lampredotto, perfetto metissage gastronomico tra due grandi tradizioni regionali.

«L’idea mi era venuta qualche anno fa – racconta il pizzaiolo – eravamo a una manifestazione a fare pizze fritte e accanto a noi c’era il banco del lampredotto, cosi’ per scherzare provai a unire le due cose e adesso sono riuscito a farlo diventare una proposta del menu giornaliero. Inizialmente avevo pensato di metterlo sopra la pizza ma si secca troppo, nel panino fritto invece mantiene la sua umidita’ e resta morbido». 

Lo mettiamo in programma per la prossima visita!"


Luciana Squadrilli
fonte: https://www.pizzaontheroad.eu/santarpia-napoli-a-firenze/

Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)

 

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