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Dalle zattere sul fiume alla fabbrica L’evoluzione del Molino Quaglia


Popolazione falcidiata dall’emigrazione scelta per sfuggire alla povertà Solo negli ultimi cinquant’anni la zona ha vissuto un’industrializzazione

GLI ULTIMI SECOLI

Per secoli i problemi idrologici creati dal Fratte-Santa Caterina tengono impegnati gli esperti, che devono far fronte a rotte e alluvioni che si susseguono con impressionante frequenza: a una soluzione soddisfacente si arriverà solo nell’Ottocento.

In queste circostanze, le condizioni di vita della popolazione, pur migliorate grazie all’agricoltura, rimangono precarie, e alimentano due grandi ondate migratorie, una sul finire dell’Ottocento e l’altra nell’immediato secondo dopoguerra.

La spina dorsale dell’economia locale rimane per decenni agganciata all’agricoltura, centrata in modo particolare sui cereali, sui seminativi e sulle colture orticole, per giunta esercitata in una dimensione micro, con terreni spezzettati nella proprietà.

Vighizzolo è in sostanza, fino al Novecento inoltrato, uno dei luoghi-simbolo di una Bassa padovana sostanzialmente povera e arretrata; anzi, dell’intera fascia delle Basse venete, dal Veronese al Polesine. Solo in tempi recenti è stato possibile avviare progetti alternativi di sviluppo, con l’avvio di una zona produttiva in grado da fare da incubatore all’insediamento di aziende.

Una realtà di particolare significato, anche storico, in realtà c’è:si tratta del Molino Quaglia, legata a una figura, Angelo Quaglia, che nel lontano 1856 dà vita a un piccolo molino a pietra su zattere lungo il corso dell’Adige, a due passi dal paese.

Qualche decennio dopo decide di trasferire l’attività in terraferma, con base proprio a Vighizzolo; dall’immediato secondo dopoguerra suo figlio Annito riesce a far fare all’impresa il salto di qualità, dandole una dimensione industriale.

Da lì in avanti l’esperienza va in crescendo, fino a toccare l’apice nel 1986, quando quello dei Quaglia diventa il primo molino italiano a realizzare un impianto di torrefazione per cereali; oggi dispone di un moderno processo di macinazione a pietra.

Infine, una curiosità: nel corso del 2007 ha fatto ritorno a casa per una breve quanto commossa visita assieme a un gruppo di nostri emigranti in Brasile, nello Stato di San Paolo, una delle tante persone che avevano dovuto prendere la strada dell’estero per sopravvivere: Maria Cappellozza Doria. Era stata tra i primi ad andarsene dalla sua terra, giovanissima, nel 1948, per sfuggire alla miseria del dopoguerra. Come lei, tanti altri.


Redazione Il Mattino di Padova
fonte: https://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2019/08/08/news/dalle-zattere-sul-fiume-alla-fabbrica-l-evoluzione-del-molino-quaglia-1.37328116

Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)

 

PETRA srl - Vighizzolo d'Este (PD) IT03968430284