Tutti prodotti locali, spesso Dop, Igp e da Presidio Slow Food, sostenibili e a chilometro zero. Eccoci nel suo locale a pochi passi dal centro di Caserta alle spalle della linea ferrata, con i rumori dei treni che sfrecciano dietro un muro. La pizzeria di Sasà nata con il suo inseparabile staff, ti accoglie come una casa in cui ritrovare i più antichi e genuini sapori della tradizione casertana e le più irresistibili sperimentazioni e rivisitazioni. Varcando la soglia veniamo accolti in un spazio in stile moderno che strizza l’occhio alla tradizione e con un tocco non tanto velato di civetteria: alle pareti spiccano le foto che ritraggono Martucci sorridente.
Ma come nasce la passione per la cucina?
“Avevo solo dieci anni - racconta Martucci a Cronache di gusto - e, sostenuto da mio zio Francesco, mio più grande maestro, ho iniziato il mio lungo percorso di formazione. Mi ha sempre spinto una irrefrenabile passione e curiosità per gli impasti, non lasciando mai Caserta, terra d’origine, ma anzi traendone le qualità, la semplicità e la ricchezza delle materie prime”. Parla come un fiume in piena Sasà nonostante ormai sia notte e nel locale i suoi collaboratori aspettano di chiudere e andare a casa, pronti a ricominciare l’indomani per una nuova giornata tra pomodori e impasti.
Ogni pizza ci racconta una storia, ha uno studio e un progetto e soprattutto ci parla di grande biodiversità in cui ciò che trionfa è l’attaccamento a ogni ingrediente, dalla tecnica di cottura all’accostamento finale. Dall’innovazione massima della “4 formaggi ai 4 latti” con fiordilatte, Blu di Bufala “EradiMaggio”, Caciotta di Capra e latte crudo e Pecorino Maggengo stagionato in grotta, a tutta la naturalezza dell’alimentazione vegana della sua pizza “La Mangiafoglie”- cucinata con impasto ai cereali, passata di pomodoro riccio, misto di zucchine, finocchi, carote, peperoni cotti 24 ore a freddo, Olive Caizzane infornate, capperi, erba cipollina e zenzero -, non solo è il simbolo dei nostri giorni ma è la sua pietanza sostenibile per la riforestazione ambientale, “in quanto una parte del ricavato di ogni pizza venduta viene destinata per piantumare un albero”, racconta Sasà. Già grazie a questo encomiabile progetto sono stati piantati 300 alberi.
Divertimento, curiosità, stimolo di scoperta, sono queste le sensazioni che ci hanno accompagnato nell’esperienza gastronomica culinaria; tradizione e innovazione sono riconosciuti come un binomio inseparabile di un ricco menù, in cui ciò che vince è la qualità e la ricercatezza non solo nella pizza ma anche in ciò che supera l’immancabile e lo scontato accoppiamento “pizza e birra”. Ciò che culmina l’esperienza è infatti l’accostamento ad ogni pizza a un vino preferibilmente campano, a uno spumante o anche a uno champagne. Tutti fedelmente locali, selezionati e consigliati dal sommelier, come Londro rosato Frizzante della Fattoria Selvanova o il Fiano del Sannio Doc di Fontavecchia.
Maria Giulia Franco
fonte: https://www.cronachedigusto.it/index.php/i-nostri-consigli/dove-mangio/l-essenza-della-campania-la-nostra-serata-con-le-pizze-di-sasà-martucci-i-masanielli
Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)
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