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Pizza & Spirits, l’idea rivoluzionaria dei fratelli Prisco. La loro pizza è un qualcosa di straordinario


"Era da tempo che sentivo parlare della pizzeria dei fratelli Prisco, o meglio della loro pizza, e della loro idea di unire la pizza ai cocktail. Una pizza definita da molti: dal gusto più unico che raro, e di una leggerezza senza eguali...

La curiosità di assaggiare la pizza dei fratelli Prisco mi porta alle pendici del Vesuvio, riconosco subito il locale, è quello che un tempo si chiamava “Lucignolo Bella Vita”.

A ricevermi c’è Giacomo Prisco per gli amici Jack, barman affermato di caratura internazionale, dal 2012 membro Aibes. Ci raggiunge poi suo fratello Giovanni confidenzialmente chiamato Johnny, giovane pizzaiolo autodidatta, la vera rivelazione del panorama della pizza. La famiglia Prisco ha sempre fatto parte della gastronomia, con una salumeria a Boscoreale gestita per 30anni prima e un bar in centro a Pompei dopo.

Come inizia il vostro rapporto con il food?

Giacomo: «Il tutto ha inizio con lavori semplici, dal lavastoviglie a servire l’acqua al banco nel bar di famiglia. Un bar che per la sua ubicazione era frequentato maggiormente da turisti, italiani e stranieri. Erano loro a farti le richieste più particolari come uno specifico distillato o un amaro particolare. La paura era quella di stare da solo al banco del bar e non essere preparato a servire quello che chiedevano i clienti. Da questa mia paura capii che serviva una preparazione. Quello del barman é un mestiere che per farlo devi avere la massima conoscenza della materia e io volevo essere tra i migliori».

Come sei arrivato a studiare come si fa questo mestiere?

Giacomo: «Mi ponevo delle domande: mi dicevo il succo d’arancia viene dall’arancia ma il distillato da cosa viene? Furono queste domande a farmi aprire la mente. Non tutti i barman all’epoca conoscevano la storia di un distillato. Così decisi di frequentare diversi corsi, anche avendo già lavorato nel settore e fu il corso che mi apri ancora di più la mente a prepararmi su questo mondo».

Poi da Pompei siete arrivati qui alle falde del Vesuvio

Giacomo: «Si, ci fu la scelta di nostro padre di investire nella sua città natale. E prese questo locale, che era sempre stato un ristorante. la nostra idea iniziale invece fu di aprire un American bar, non andò benissimo perché la zona non era adatta, è più una zona per ristoranti e dopo un anno abbiamo rivoluzionato tutto cambiando identità al locale. Così inserimmo la ristorazione in questo contesto».

Quale fu il primo approccio con le pizze?

Giovanni: «Venne a lavorare da noi un pizzaiolo originario della nostra zona, che all’epoca non era noto come oggi. Il bar man mano fu trasformato in una vera e propria pizzeria. All’epoca avevo 19 anni. Fu allora che iniziai ad avvicinarmi al mondo della pizza. Iniziai prima in sala come cameriere, poi serviva una persona in pizzeria e mi offrii io».

Sei un pizzaiolo di vecchia o di nuova generazione?

Giovanni: «Mi hanno definito un ibrido. A me piace la pizza tradizionale con il cornicione alveolato. Se fai un buon impasto il cornicione sale da solo.  Il mio modo di lavorare la pizza è quello classico napoletano, la pizza deve essere grande come si dice: faccio le orecchie alla pala. Chi ha provato la mia pizza dice che ha una grande digeribilità»...


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Nunzio Zeccato
fonte: https://www.sudfood.com/magazine/pizza-spirits-lidea-dei-fratelli-prisco-la-loro-pizza-e-straordinaria/

Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)

 

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