La parte più interessante sta nel prendere atto che possono manifestarsi dei fenomeni rispetto ai quali noi trainer effettuiamo una disamina immediata per capire cosa stia accadendo, sviscerando la problematica sul da farsi.

Mi piace molto poter lavorare con classi così variegate: diverse fasce di età, origini e anche differenti gradi di curiosità. Ma ancora più bello è notare come tutti, iniziando, si aspettano il solito corso dedicato alla pizza per poi trovarsi difronte a un programma di studio davvero innovativo.

Infatti, quello dell’Università della Pizza è un approccio di studio preso molto più “alla larga”. Non si ragiona esclusivamente sugli impasti, perché c’è un ricco contorno sul quale vale la pena soffermarsi. Tutto questo rende lo studio estremamente stimolante. Senza parlare della parte pratica che sviscera tutto al momento.

Resto sempre piacevolmente sorpreso dalle sinergie che nascono durante il corso. All’inizio i ragazzi sono tutti un po’ guardinghi, ognuno è sulle sue, ma basta attendere la fine dei lavori e il gruppo diventa inseparabile. Un rapporto, questo, che segna le loro future esperienze. È un obiettivo a noi caro perché non vogliamo promuovere gare, ma generare il confronto.

Posso dire che l’Università stessa diventa il contesto nel quale imparare ad apprezzare e stimare il lavoro dei propri colleghi, soprattutto quando ci si sposta al di fuori della scuola.

Ma non finisce qui: perché, a fine corso, restiamo a disposizione per supportare i corsisti. Che non sono abbandonati al proprio destino.

Certo, ognuno affronta il futuro in maniera diversa: c’è chi ha voglia di mettere in pratica tutto e subito, chi invece – più meditativo - si prende del tempo per assimilare le conoscenze acquisite, smussare vecchie abitudini o modus operandi, per intraprendere, step by step, il cambiamento".


Luca Giannino
fonte: https://www.identitagolose.it/ermes/newsletter/?id=457

Foto di Thorsten Stobbe

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