Merito della “nidiata” di giovani pizzaioli che hanno imparato ad abbinare tradizione e tecnica: come Antonio Pappalardo, campano ormai di stanza a Rezzato.
Dalla profonda provincia di Brescia farà un bel salto Oltralpe, perché è atteso come ospite d’onore a una serata-evento organizzata a Parigi dal Consortium Paris, in collaborazione con Molino Quaglia.
«Siamo attivi da tempo nella capitale francese – spiega il lucano Mauro Bochicchio, che di Consortium è l’ideatore – per la promozione dei prodotti e della cultura italiana», non solo in campo gastronomico, ma anche nel design e nel fashion.
Recente è l’evento firmato insieme a Unesco per la cultura alimentare, la filiera corta e a sostegno delle economie locali, così come gli appuntamenti con Bruno Verjus, già critico gastronomico ora diventato apprezzato chef, o con un altro “scienziato” della pizza come Gianfranco Iervolino della pizzeria Villa Giovanna, a Ottaviano nel cuore del Parco Nazionale del Vesuvio.
Ora sarà la volta di Pappalardo. Ma perché proprio lui? «Perché lo seguo e lo apprezzo da tempo. Perché vogliamo mostrare a Parigi la nuova cultura della pizza gourmet, che qui è del tutto assente. Perché vogliamo far vedere che la pizza buona, in Italia, non si mangia solo a Napoli», risponde Bochicchio.
Tre buone ragioni che daranno vita a una giornata fuori dal comune, il 3 luglio prossimo, ospitata dal ristorante La Taverna, due passi dalla Tour Eiffel.
Il programma prevede una sorta di “lezione” iniziale, durante la quale verranno raccontate le materie prime usate e soprattutto le tecniche di lievitazione e cottura, oltre che la ricerca e la cultura che stanno dietro alla “nuova pizza”.
Si passerà quindi alla degustazione vera e propria, con l’abbinamento con prodotti grandi agroalimentari.
Carlo Passera
fonte: http://newsletter.identitagolose.it/email.php?id=454
Foto da pagina Facebook (ndr)
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