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Edit, la periferia che vuole avere il sapore del centro


L’energia di condividere trasforma i sogni in progetti e i progetti in realtà. Questa è l’anima di Edit, la nuova destinazione gastronomica torinese che inaugura oggi in città.

Alle spalle un uomo visionario, l’imprenditore Marco Brignone, che acquista l’area dismessa dell’Ex Incet e la trasforma in un luogo del gusto che ricorda quel Chelsea Market di New York o quelle aree post industriali di Londra e di Berlino capaci di trasformare il passato in tendenza.  
 
E le carte in regola perché questo accada anche a Torino ci sono tutte:

un’area di 2400 mq completamente riqualificata a fronte di un investimento di 12 milioni di euro; l’idea innovativa di applicare il concetto del co-working e della sharing economy al settore del food; un’offerta gastronomica che spazia dalle proposte di chef stellati alle pizze del re dei lievitati Renato Bosco;

il mondo del bere che strizza l’occhio alle birre artigianali e alla mixology; l’offerta di una caffetteria realizzata con Lavazza che inserisce in carta i metodi di estrazione del caffè più in voga del momento; un birrificio urbano con 19 spine pronto a produrre ospitando gipsy brewers; cucine professionali a disposizione su richiesta.

Questa in sintesi l’offerta di Edit aperto dal lunedì alla domenica dalle 7 del mattino alle 2 di notte; un’area che si candida a far parte di un nuovo concetto di centro cittadino:

“Se il centro di una città coincide con la stazione ferroviaria – racconta un emozionato Marco Brignone – allora smettiamo di riferirci a questa zona come a una periferia. Porta Susa dista da qui poche centinaia di metri e siamo sull’asse della Spina 4 che guarda verso l’aeroporto di Caselle”.

Edit ha nella condivisione la sua centralità, come racconta la progettazione della struttura a cura dello studio di architettura Lamatilde di Torino: a loro il compito di aver creato ambienti che dialogano per estetica e contenuti senza essere mai invasivi e mantenendo una forte identità.  
 
Qui convivono il bistrot di Christian e Manuel Costardi che al bancone propongono la scelta di alcuni ingredienti su cui verrà sviluppato un menù, mentre al tavolo piatti singoli e percorsi degustazione: “Il pane e i grissini – commenta Christian Costardi – sono di Renato Bosco, nel clima di collaborazione che anima il locale e che sarebbe piaciuto tanto a Bob Noto a cui dedicheremo un posto in sala”. 

Ma il food sharing elude le consistenze: “Trasformeremo in forma liquida – spiega Salvatore Romano del Barz8 – i piatti dei Costardi e ogni mese lavoreremo su un tema come quello del Luna Park che proponiamo attraverso una rivisitazione del coca e rum a base di sciroppo di popcorn”. 

I prezzi spaziano dagli 8 agli 888 euro per il drink più caro al mondo preparato con whisky e cognac d’antan.

Pietro Leemann, invece, porta le sue proposte vegetariane nell’offerta della Bakery e del pub, ma anche nei cocktail e nei risotti: “Basta con il topping per le pizze a base di pomodoro: per Bosco ho studiato una base con zucca, olive e capperi sopra cui saranno servite le verdure”. 

E proprio Renato Bosco commenta: “Torino è bellissima e sono felice di far conoscere in città una pizza alternativa che racconta l’evoluzione che il settore ha compiuto in questi ultimi dieci anni”.


Sarah Scaparone
fonte: http://www.lastampa.it/2017/11/24/cronaca/appuntamenti/edit-la-periferia-che-vuole-avere-il-sapore-del-centro-lgdXbcEEy5NAAbGqTWehEP/pagina.html

Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)

 

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