Noi lo abbiamo fatto, anche oggi, complice l’invito della Tenuta San Francesco, una delle sei cantine del comune montano, che ogni anno chiama a raccolta vecchi e nuovi amici per presentare i suoi vini.

La chiamano festa di primavera. Ed oggi era davvero primavera. Ma oltre al clima mite e al sole che picchiava forte, l’atmosfera anche stavolta è stata di quelle che ti rubano l’anima.

Un pomeriggio catartico a Tramonti è quello che ci voleva, tra nettari bianchi e rossi che sanno di terra, passione e fatica. Ma anche musica e sapori. Al di là di quella storia che narrano le viti secolari di Tintore i cui grappoli venivano venduti ai commercianti dell’Agro per dare colore al Gragnano. Ma oggi, viva Dio, queste bacche si vinificano in purezza. Nella loro terra di origine.

Ora però ritorniamo ai sapori, veri e autentici. Su tutti, quelli di una spettacolare pizza. Rigorosamente integrale. Proprio come si faceva un tempo a Tramonti e che ora, più che mai, necessita di un dispositivo di tutela.

A invocarlo è anche Carmine Nasti. Il maestro della pizza, giunto da Brescia, dove sforna centinaia di tonde nella sua pizzeria Capri, per partecipare all’evento che i quattro soci (le quattro spine, il vino rosso dell’azienda San Francesco è dedicato proprio agli owner della cantina: Bove, D’Avino e Giordano) della casa vinicola organizzano ogni anno.

È stato lui, col suo impasto realizzato con farina Petra e lievito madre, a deliziare il palato delle centinaia di persone ospiti della tenuta San Francesco. Dal forno a legna sono uscite pizze leggerissime e gustose guarnite con fior di latte, alici, ricotta, burrata. Ma anche con salmone o salsiccia paesana maritata con i friarielli.

E su qualcuna non poteva mancare una grattata di limone Igp della Costiera. L’oro d’Amalfi. Carmine, a forno ormai quasi spento, ci svela il suo cruccio: il momento di impasse che vive la confederazione di pizzaioli, oltre 1500 sparsi in tutta Italia.

Ma la festa di primavera, oltre all’ottima pizza di Tramonti che ben presto aiuteremo anche noi a rilanciare (quella vera, però, fatta con sola farina integrale), ha offerto molto altro ancora. A cominciare dalla minestra maritata con il salsiccione paesano, preparata della signora Eva, e poi l’immancabile farro e fagioli (i legumi erano i cosiddetti tabacchini di Tramonti) e ancora i salumi di una terra prospera e operosa.

Quelli veri, che sanno di carne e non di plastica. E poi ancora salsiccia e broccoli, fior di latte freschissimo e la pastiera che Nicola Pansa della premiata pasticceria di piazza duomo ad Amalfi, ha personalmente consegnato nelle mani di Gaetano Bove.

I vini, escluso il PerEva che qualche giorno fa abbiamo assaggiato e decantato in una verticale fatta di sei annate, andavano dal rosso e bianco base al Quattro Spine.

Qualche fortunato si è ritrovato a bere E’ Iss il tintore in purezza (prephillossera recita l’etichetta) di colore rosso rubino, brillante e fitto, che al palato mostra la sua ossatura tannica lasciando tutto sommato un freschezza che gli conferisce pulizia.

La sorpresa però è stata tutta nel fior di rosato. Ribattezzato per l’occasione “petalo di rosé”, talmente è tenue il colore di questo vino. Il perché è presto detto: non conosce pressatura. Vincenzo ci racconta che questo nettare è il frutto solo della macina in quanto il mosto viene immediatamente posto nei silos a maturare.

Leggermente frizzante (particolarità che perderà, ci dicono, con l’affinamento in bottiglia), il rosato della San Francesco si conferma un vino estivo, beverino. Leggero e elegante al tempo stesso. Un’altra piacevole sorpresa in questo pomeriggio catartico di primavera tra le colline in fiore di Tramonti.


Redazione Amalfi Notizie
fonte: http://amalfinotizie.it/festa-primavera-alla-san-francesco-giornata-catartica-le-vigne-tramonti/

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