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Il panificio che “sforna” assunzioni a part time


Alla panetteria Gasparini hanno 50 dipendenti, tra cui 30 donne, con 27 con contratti part time...

«Le ragazze cominciano a tempo pieno con l’apprendistato di 40 ore settimanali, il momento in cui vengono confermate coincide con il periodo in cui si sposano, poi con l’arrivo del primo figlio passano a 30 ore. In questa azienda non è mai stato un problema accordare una riduzione di orario. Loro sono felici e lavorano volentieri. Dal lato dell’impresa non conviene, ma se vogliamo risolvere il problema della disoccupazione femminile la strada è quella di rendere meno costoso il part-time». 

Una porta aperta fin da subito dalle tre sorelle imprenditrici Giovanna, Sabrina ed Elena Gasparini, 8 figli in tre, un’impresa che produce 60 tipi di pane e via via si è specializzata anche nella pasticceria, 7 punti vendita con il quartiere generale di Piovene Rocchette, 3,8 milioni di fatturato, un piano industriale che prevede sempre più un cambio di pelle della panetteria classica che diventerà ovunque anche caffetteria, con l’obiettivo di specializzarla sempre più come punto di ritrovo.

DONNE.

Le donne giocano un ruolo cruciale. La panetteria è un’azienda di produzione artigiana che occupa quasi tutti maschi anche per via degli orari («Ci si alza all’una di notte per fare il pane, alle 4.30 i furgoni partono per la distribuzione») ed è anche un’azienda commerciale che ai propri banconi ha tutte donne addette alla vendita e alla somministrazione («Abbiamo fatto varie prove per inserire maschi, ma in questo ambito non va»). 

Alla fine si contano 27 part time, compresi due uomini.

«Economicamente non conviene - afferma Sabrina Gasparini, che segue amministrazione e produzione -, anche se è una modalità che ci permette una maggiore flessibilità, fondamentale per la nostra organizzazione aziendale. D’altra parte però la riduzione di orario è comunque gravata da una serie di costi fissi comuni per tutti come per esempio la formazione o il fondo di assistenza integrativa».

COMPLESSITÀ.

Come se non bastasse arrivano anche le complessità legate ai trattamenti diversificati dei contratti. Come le ore di straordinario che per il part time sono maggiorate del 10% nell’artigianato ma del 35% nel commercio. E che diventano un problema da gestire in un’impresa dove convivono le due anime:

«Ci costano dai 10 ai 15 mila euro l’anno per pagarle al 35%, sarebbe meno oneroso farle fare tutte alle “artigiane” o alle full time, ma la politica è di spalmarle». 

Costo che si aggiunge alla clausola di elasticità di 120 euro a persona per gestire il part time cambiando le fasce orarie.

«Ma così riusciamo a gestire la mattina in due fasce, mai più di due/tre rientri pomeridiani, i sabati alternati. Le donne lavorano volentieri 30 ore, con due pomeriggi tirano i denti ma riescono alla fine a gestire anche la famiglia. Il nostro welfare è concedere part time».

BATTAGLIA.

Sabrina Gasparini racconta di avere avuto più confronti, anche a livello sindacale, per la parificazione tra contratti dello straordinario nel part time. Invano. E continua a battagliare per il sostegno alla riduzione di orario. La panetteria intanto continua la sua crescita anche con l’obiettivo dell’orario continuato in tutti i punti vendita, nonostante il calo di consumo del pane comune, premiata però dalla «diversificazione» e dall’«aumento di vendita dei pani speciali e salutisti».

In cantiere altre assunzioni femminili:

«Abbiamo gestito anche tre maternità in contemporanea. E se una commessa chiama la mattina alle 6 perché il figlio ha la febbre e non può venire capiamo».


Roberta Bassan
fonte: https://www.ilgiornaledivicenza.it/home/economia/il-panificio-che-sforna-assunzioni-a-part-time-1.5442524

Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)

 

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