Perché la pizza, sia chiaro, è “Alta Cucina Italiana”: portata a tavola dopo solo due minuti di cottura, gli ingredienti – ancora integri e fragranti – trovano nel vino sinergie affascinanti.
Proprio attraverso le pizzerie intendiamo esplorare il confine tra vino, materie prime e consumo, in un approccio disinvolto e snello.
Iniziamo da tre pizzerie che negli ultimi anni stanno segnando incrementi percentuali a due cifre.
Le recensioni sono raccolte in collaborazione con il magazine specializzato “Pizza & Protagonisti“.
Archestrato di Gela
A Palermo, a pochi metri dall’incrocio tra via Notarbartolo e via Libertà, aperta nel 2016, Archestrato di Gela è il nome di una pizzeria dedicata all’antico maestro greco-siciliano e alla raffinata arte della lievitazione. Gestita in famiglia da padre e figlio, Pierangelo ed Edoardo Chifari, dalla primavera del 2018 hanno iniziato riscuotere enormi consensi di pubblico.
Belli gli ambienti moderni, elegantemente essenziali e confortevoli, i colori sono caldi, la luce soffusa, gli accessori coordinati. Ma l’attenzione del pubblico non arriva dalla cornice, ma dalla qualità delle pizze e dalle scelte senza compromessi.
Tutto inizia con le pre-fermentazioni, il lievito madre e le maturazioni, lunghe almeno 48 ore. Il risultato? Una pizza esternamente croccante, soffice nell’impasto e di altissima digeribilità.
Nel menù si notano nomi curiosi, sono dedicati alle contrade e ai quartieri di Gela.
Prima, per antipasto, patate fresche fritte, arancinette ai formaggi e primosale in tempura, sfincione palermitano o bagherese. Quest’ultimo è con cipolle di Tropea stufate al vino rosso, ricotta e tuma di Castelvetrano, spolverata di Ragusano, mollica di pane fresco, origano fresco, olio evo. O ancora le Pizzacce fritte, delle deliziose pizzette fritte e infornate con salsa pic-pac, basilico, origano e alici di Cetara. … Un perfetto invito al vino.
Gli abbinamenti si perfezionano sulla Molino a vento DOP con salsa di pomodoro San Marzano DOP, mozzarella di bufala campana DOP, basilico e olio extravergine in capsule, una pizza dai sapori “puri”;
la Giardinelli, con i friarelli saltati in padella, salsiccia di maialino siciliano e mozzarella affumicata di bufala campana DOP e olio evo aromatizzato all’aglio;
la Rianata trapanese, una pizza tradizionale rivisitata con pomodorino giallo datterino, pesto di prezzemolo e acciughe, tuma di Gangi, formaggio Ragusano, origano e mollica di pane fresca, olio all’aglio.
La carta dei vini presenta una discreta selezione, ci piacerebbe, però, fosse sviluppata in maniera più organica.
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Redazione Wine in Sicily
fonte: https://wineinsicily.com/il-vino-e-il-trend-in-tre-eccellenti-pizzerie-di-palermo-frida-archestrato-di-gela-e-la-bufalaccia/
Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)
BREAD RELIGION
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