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In Sicilia si innova con la tradizione: l’avanzata dei grani antichi contro le multinazionali


Quando la rivoluzione passa per la tradizione...


La differenza tra Nord e Sud Italia è spaventosa, incolmabile. I rubinetti, nelle nostre case, sono asciutti quando non piove, per giorni, per settimane intere.

Se imbocchiamo l’autostrada preghiamo che qualcuno, da lassù, ce la mandi buona. Tutti noi, almeno una volta, siamo stati all’inferno, costretti a oltrepassare la soglia di un Pronto Soccorso.

I nostri bilanci familiari sono spesso al tracollo, e quelli aziendali sempre molto vicini al fallimento. I nostri figli scappano all’estero, quando ci va bene al Nord o al Centro Italia.

A scuola, dicono, dobbiamo impegnarci di più. Eppure.

Eppure siamo fieri e orgogliosi della nostra isola, la amiamo come una madre ama il figlio, di un amore puro e eterno.

Tanto che davanti alle pressioni dell’Unione Europea o a quelle internazionali, che vogliono darci come unica scelta possibile i loro semi tutti uguali, rispondiamo no, grazie, e presentiamo al mondo i nostri grani antichi.


Quando la rivoluzione passa per la tradizione

Sì, perché in Sicilia la rivoluzione la facciamo con la tradizione, con i semi che già coltivavano i Greci e i Romani, che si sono usati fino ai primi decenni del Novecento e poi se ne è persa traccia.

Ma ci ha pensato Giuseppe Li Rosi, agricoltore siciliano, a convertire 100 ettari del suo terreno a grano locale nel 2016.

Da allora, insieme ad altri agricoltori, allevatori, fornai, professori universitari, comunicatori e scienziati, ha fondato l’associazione Simenza, per combattere il potere delle multinazionali e proteggere la varietà dei semi siciliani.

Simenza una parola che significa “nella quale è virtù di generare”, come dice il vocabolario siciliano etimologico dell’abbate Michele.

Virtù di generare semi nuovi e variegati, per salvare la biodiversità e il valore storico del grano siciliano contro Bayer, Monsanto e Syngenta, con le loro sementi sterili e tutte uguali.

Li Rosi e gli altri produttori del circuito Simenza coltivano i campi mescolando tra loro i grani antichi, con un procedimento contrario a quello della coltivazione con tecniche moderne, i cui obiettivi sono la quantità, l’uniformità e lo standard.


Cosa sono i grani antichi?

I grani antichi sono qualità di frumento che non hanno subìto modificazioni genetiche o selezioni da parte dell’uomo.

Si tratta di varietà di cereali pregiate – Timilia, Maiorca, Strazzavisazz, Farro antico, Russello – ottimi sostituti del grano normale per le persone che soffrono di intolleranze, perché sono macinati a pietra e quindi meno raffinati e contenenti poco glutine.

Ma non è solo una questione di salute: tutelano la biodiversità e il valore storico delle coltivazioni siciliane.

Dice Li Rosi, presidente dell’associazione:

“La nostra biodiversità rappresenta il 25% di tutta la biodiversità europea quindi è un dovere, ed è anche logico, che si difenda questa ricchezza. “Simenza” sarà anche un incubatore d’impresa. Sarà costituita una rete per mettere sul mercato, innanzitutto siciliano, tutto quello che la Sicilia produce, nella massima trasparenza, consegnando a chi mangia un cibo che sia salutare e che sia energia estratta dal Pianeta e consegnata ai terrestri che la abitano“.


Mariangela Campo
fonte: http://www.ehabitat.it/2019/02/28/sicilia-innovazione-grani-antichi/?fbclid=IwAR18msnZvIpyi8FDqUDxzRrkjbojRdPbX3e1j6CAmsJghU4ipI8YXZB4ltM

Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)

 

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