Curiosamente, i suoi inizi non son legati a impasti e farine, ma alla neve, alle piste da sci di Francia e Italia sulle quali Alessandro allena da istruttore.
Ma come spesso accade a chi è nato in Sicilia, il richiamo ipnotico di questa terra, delle pietre lisce, i “cuti lisci”, delle rocce laviche e del colore azzurro del porticciolo di San Giovanni Li Cuti, lo hanno riportato in patria. L’estetica dei luoghi è cinematografica, barchette di pescatori e tuffi di aficionados bagnanti, diurni e notturni. Una scelta più che comprensibile.
Messi da parte sci e scarponi, supportato dal fratello Davide, la pizzeria prende vita nel 2001. Il Cutilisci, questo il nome prescelto, sfuggirà alle mode subito.
Già allora lo sguardo si era rivolto ai Presìdi Slow Food, al lievito madre, ai grani antichi e gli impasti avevano una maturazione e fermentazione di almeno 48 ore.
Lo stile ricercato? Una italiana croccante con una alveolatura e cornicione pronunciati. In altre parole, una siciliana nel corpo e una napoletana nell’anima. Ma il superiore amore per la Sicilia si nota dal nome delle sue pizze: “Brontese”, “Marzameni”, “Filiciusa”, “Funciara”, “Boccanuova” e “Cisternazza”, con materie prime coerenti.
Qualche esempio? Pancetta di suino nero dei Nebrodi, olive nere dell’Etna, stracciatella di bufala ragusana, aglio rosso di Nubia, verdure di campagna.
Il motto di Cutilisci è “il gusto di un’isola sana”, per uno sportivo non poteva essere diversamente.
Il Romano
fonte: https://www.pizzaeprotagonisti.it/alessandro-tomasello-e-cutilisci-la-rivoluzione-della-pizza-a-catania/protagonisti
Alessandro e Davide Tomasello per le loro pizze utilizzano la farina Petra 1, la Petra 9 e il Petra Brick 3220 (ndr)
Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)
BREAD RELIGION
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