Nella categoria «pizze all’italiana», ha vinto una creazione di Lello Ravagnan e Pina Toscani, la versione che contiene alice di Pellestrina, bufala, misticanza, finocchio fermentato, sedano rapa e zest di limone. Un arcobaleno di sapori che comprende mare, terra e laguna.
«L’alice di Pellestrina — spiega lo chef — è carnosa e molto dolce. E si sposa al mio impasto in continua evoluzione, fedele ai valori storici di leggerezza e digeribilità. È un prodotto che parla di storia, di territorio, senza dimenticare la fatica dei nostri pescatori sull’Adriatico», aggiunge lo chef.
La creazione che ha convinto gli esperti è stata scelta e premiata nella guida «Pizzerie d’Italia 2020», presentata lunedì a Napoli, la capitale della pizza, dal «Gambero Rosso».
La Campania è al vertice della classifica nazionale con 19 locali segnalati ma il Veneto, la regione dove la ricerca in cucina ha creato la «pizza gourmet» o «contemporanea», ne ha sei.
Nella categoria «pizza a degustazione» conquistano i «Tre spicchi» i pizza-ricercatori veronesi Simone Padoan («I Tigli» di San Bonifacio) con 96 punti e Renato Bosco («Renato Bosco pizzeria» a San Martino Buon Albergo) con 94 punti, che ha vinto le «Tre rotelle» nella categoria «Pizza a taglio».
Un gradino sotto, troviamo il locale «Ottocento bio» di Bassano del Grappa (Vicenza). Lo chef Riccardo Antoniolo ha vinto anche il premio «I maestri dell’impasto».
A 91 punti troviamo altri due grandi interpreti della «pizza contemporanea», il bellunese Denis Lovatel («Da Ezio» ad Alano di Piave) e il padovano Alberto Morello («Gigi Pipa», di Este), autore, quest’ultimo, di una pizza con la gallina padovana.
Guglielmo Vuolo, con 90 punti, ha vinto a Verona i «Tre spicchi» nella categoria «Pizza napoletana».
Antonio Padovese
fonte: https://corrieredelveneto.corriere.it/venezia-mestre/cucina-vini/19_settembre_25/pizza-piu-buona-d-italiae-mestre-alici-bufala-88890008-df66-11e9-ae13-bd78e7ee5e58.shtml?fbclid=IwAR3Lofy2v3i2dJV3aAB44vc_jrviSQiAbBRj9SK-e5c-NsZRce-VNTRWmIg
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