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Giorgio e Filippo Sorce: "Da Sitàri, pizzeria di famiglia, anche l'ospite si sente a casa"


In una Sicilia che è sempre di più terra, oltre che di buon cibo, luogo d'eccellenza della pizza, che diversi indirizzi di rilievo che la attraversano, uno degli indirizzi più attenzionato a livello nazionale è sicuramente Sitàri...

Questo locale di Agrigento, contemporaneo eppure capace di affondare le proprie radici nella tradizioni e nelle sue materie prime, è portata avanti dai fratelli Filippo e Giorgio Sorce, con tutta la famiglia.

Noi di Fine Dining Lovers abbiamo voluto intervistarli, per raccontare la storia di un'impresa familiare che raggiunge un successo che supera i confini regionali. Ed una pizza buona, leggera e digeribile che trova nell'amore il suo ingrediente segreto.


Quando è nata la vostra passione per l’arte bianca?

Filippo: "Eravamo bambini, io avevo sei anni e Giorgio sette. Mio padre Lino ci portò nel locale che zio Salvatore aveva appena aperto. Ci proposero, come fosse stato un gioco, di dar loro una mano per l'inaugurazione. Imparammo così a preparare i cuddiruna, le tipiche pizze agrigentine, fatte con passata di pomodoro, acciughe, Parmigiano Reggiano e piccoli pezzetti d'aglio".


E quando la vostra passione si è trasformata in professione?

Filippo: "Quando fummo poco più grandi. Io avevo tredici anni e inizia a lavorare proprio nel locale di zio Salvatore, mentre Giorgio incominciò la gavetta in quello di zio Carmelo. Lavoravamo entrambi come aiuto pizzaiolo. Qualche anno dopo, quando io avevo 17 anni, decidemmo di fare esperienza all'estero. Andai in Francia. Giorgio, che a quel punto era maggiorenne, partì per una destinazione decisamente più lontana: l'Australia. Imparammo molto in realtà così differenti dalla nostra. Entrambi avevamo però il grande desiderio di tornare nella nostra Sicilia, terra che amiamo moltissimo. L'occasione si presentò quando papà e zio Salvatore acquistarono l'attuale pizzeria. Nel febbraio 2012 si aprì e decidemmo di portare una nuova idea di pizza. Un prodotto che si è evoluto nel tempo e che ci sta dando enorme soddisfazione. Tanto che non escludiamo, in futuro, di aprire un secondo locale, sempre nell'agrigentino".


Un'origine indissolubilmente legata alla vostra famiglia. Anche oggi è così?

Giorgio: "Sì, Sitàri è assolutamente un'attività a conduzione familiare. Così è stata concepita e così l'abbiamo portata avanti. Basti pensare che oggi il nostro staf è composto da diciassette persone e che ben nove di esse fanno parte della famiglia. Gli altri sono tutti familiari "aggiunti". È grazie al lavoro di ognuno che abbiamo raggiunto certi obiettivi e conquistato premi".


Da dove deriva il nome Sitàri?

Filippo: "Quando abbiamo aperto il locale si chiamava Pizza Pazza. Un nome divertente e fresco, certo, ma che non ci rispecchiava fino in fondo. Decidemmo così quattro anni fa di dare un'ulteriore svolta al nostro percorso, puntando ancor di più sulla qualità delle materie prime e sui prodotti e la storia del territorio. Una decisione che doveva essere chiara fin dal nome. Sitàri, in greco moderno, indica il grano. La nostra storia e la nostra terra insieme. E poi è un termine che ricorda un po' il nostro dialetto..."


Come descrivereste l’ambiente del vostro locale?

Giorgio: "Coerentemente con quanto detto, lo definirei familiare, accogliente. La sala è gestita da nostro zio, da nostro padre e da nostra cugina. Il cliente qui è coccolato, si sente a casa sua perché ci sentiamo in primis noi a casa nostra. Consigliamo, seguiamo ogni richiesta, suggeriamo menu e fuori menu".


E la proposta gastronomica?

Giorgio: "La nostra pizza molto digeribile, con crosta friabile e morbida all'interno. Non impieghiamo idratazioni particolarmente alte: viaggiamo attorno al 65%, con un cottura al forno che oscilla tra i 370 e i 380 gradi. Le farine sono tutte italiane. Nel menu poi abbiamo un ricca selezione di antipasti, che, pur tradizionali, vogliono essere contemporanei e apprezzati da una clientela trasversale. Ne sono un'ottimo esempio le montanare con tartare di manzo modicano, misticanza, tuorlo marinato grattugiato e maionese ai capperi di Salina". 


Tre parole per descrivere la vostra pizza.

Giorgio: "Digeribilità, qualità e amore".


Una pizza che vi rappresenta più di altre?

Giorgio: "La prima che abbiamo realizzato quando abbiamo deciso di dare una vera svolta alla nostra offerta. Con un topping di soli ingredienti del territorio quali mozzarella, formaggi siciliani, salamino di suino nero dei Nebrodi. L'incipit di un percorso da cui non siamo più tornati indietro".


Simone Zeni
fonte:
https://www.finedininglovers.it/articolo/giorgio-filippo-sorce-intervista

Giorgio e Filippo Sorce per le loro pizze utilizzano le farine Petra 1 e Petra 0201 Evolutiva (ndr).

Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)

 

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