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Ilaria Puddu, la regina rock del food: «A tavola una rivoluzione gentile»


Ha trasferito la sua anima rock-romantica nei locali che ha fondato. Un po’ dandy e un po’ sognatrice, Ilaria Puddu, 38 anni, assieme al socio Stefano Saturnino, ha cambiato l’impronta del food a Milano...

In sette anni hanno aperto 35 attività e sette marchi. Il 22 marzo ha inaugurato Giolina, in via Bellotti 6 e a breve promette altre due «chicche» in città.

«Non è stato facile farsi rispettare nel mondo della ristorazione — rivela — le donne sono poche, è un ambiente maschile».

Ilaria è nata a Saronno, si è laureata alla Iulm, ha seguito progetti speciali, eventi e start up, fin quando non le è arrivata una telefonata:

«Era il mio amico Stefano Saturnino, ideatore di Panini Durini e degli altri brand. Sono diventata il suo braccio destro e con gli anni sua socia. Il pallino della pizza, però, diventava sempre più forte. Tre anni fa è nata Marghe, capostipite delle pizzerie di nuova generazione: menu ridotto e ricercato, location industriale e frequentata da influencer. 

È stata premiata diverse volte, ma è rimasta di nicchia. Volevamo puntare a una catena nazionale: così, abbiamo ideato Pizzium con Giovanni Arbellini, esperto pizzaiolo. Oggi siamo arrivati a 13 punti vendita in Italia, il quarto a Milano è stato inaugurato il 2 aprile».


Ricerca e passione.

«Non ho figli, ho le mie “creature” da allevare. La prima è stata Gelsomina, aperta al pubblico nel novembre scorso. Definirla pasticceria è riduttivo. È raffinata e calorosa, un giardino sognante dove si ferma il tempo. Rappresenta la mia parte poetica. 

È stata un successo: sono piaciuti l’interior (si presta a essere fotografato, tanti i follower su Instagram) e il concept (sembra di stare a casa, è accogliente e si usano prodotti italiani provenienti da piccole realtà). 

Ho scovato con meticolosità tutti i dettagli: dalle tazze floreali vintage alla marmellata di gelsi neri fatta a Palermo. Ho anche portato al Nord il maritozzo alla panna, sembrava che nessuno lo facesse prima — sorride Ilaria —. Qui si fa colazione, si pranza e si fa merenda con pane casareccio, ricotta di bufala dop, fragole e granella di nocciole».

Se Gelsomina si ispira al Sud, Giolina è la cugina rock milanese, quella che vive la sera. Il nome è il vezzeggiativo meneghino di Angela. La formula è pizza & cocktail:

«Esprimiamo la passione per la buona tavola, il whisky e la musica. Le pizze di Danilo Brunetti sono fatte con un mix segreto di farine che le rende saporite e digeribili. Non vogliono essere gourmet ma sorprendere per la ricercatezza degli ingredienti, rigorosamente stagionali e provenienti da piccoli artigiani del gusto. 

Sulla carta si chiamano con numeri in dialetto milanese (“Vün”, “Dü”, “Trì”, fino a “Vündes”) e anche i cocktail, creati dal bar manager Flavio Angiolillo, rimandano a personaggi della città: il Gasperin, il Carlett, o l’Ambrosin».


Lo stile ricorda una vecchia casa del centro:

«Entrata, bancone bar e cantina sulla sinistra — racconta —. Un social table per chi cerca compagnia e la sala in cui ogni dettaglio è stato cercato tra i mercatini. Lampadari in cristallo, pianoforte, pavimento in cementine esagonali recuperate da case diverse. Le sedie e i tavoli sono tocchi di classe, una escalation di oggetti, tra cui 3.200 libri sulle mensole riposti al contrario perché un testo va giudicato per le parole non per la copertina». 

Il cliente deve vivere un’esperienza a 360 gradi.

«Soddisfatto dell’ambiente, del servizio, dei sorrisi e di cosa mangia. A Milano si è alzato tantissimo il livello: ottima comunicazione, buoni prodotti (li scelgo per la qualità e le storie che raccontano), il miglior servizio possibile e l’atmosfera giusta».

Cosa c’è di Ilaria nei locali? 

«Esperienza, sentimento e gusto estetico. Anche un occhio all’estero, alla moda e al design. Amo anticipare le tendenze. Questa città ti sprona a fare sempre meglio, ti incammina verso la crescita. Il food retail dà tante soddisfazioni ma è un lavoro faticoso: dal menu ai social, dall’amministrazione alla contabilità fino al rapporto con i dipendenti. Il segreto sta nella chiave giusta per differenziarsi».

Il motto: «Magna, bef e tas s’at vo vivar in pas».


Rossella Burattino
fonte: https://milano.corriere.it/19_aprile_08/ilaria-puddu-sette-marchi-manager-locali-ristoranti-influencer-giolina-pizzium-gelsomina-12cde14c-5a2f-11e9-9773-c990cfb7393b.shtml

Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)

 

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