Giovanni si occupa degli impasti, «la mia è una pizza che si digerisce con facilità. Questo è stato l’obiettivo da sempre. Ci piace portare a tavola un qualcosa di bello, profumato, mi riferisco anche all’impasto stesso, buono, ma soprattutto leggero. Attualmente utilizzo Petra, mi ha permesso di intepretare la mia idea di pizza, sospesa tra l’idea tradizionale e un contenuto sempre più innovativo. Bilanciamento dei topping e digeribilità prima di ogni cosa».

L’altro fratello è Giacomo, detto Jack: dirige la sala e, insieme, il comparto sommellerie e mixology. Sì, mixology: recentissima la nuova sfida con abbinamenti pizza-cocktail. E non a caso parliamo di sfida: i Prisco non abitano il cuore di un ambiente metropolitano, ma la provincia napoletana, quella sorvegliata dal Vesuvio che qui, più che far paura, regala nuova linfa alle giovani leve.

Ci spiega Giacomo: «Qui il Vesuvio non è percepito come un pericolo, ci siamo abituati, è uno di noi. Per il nostro settore, in particolare, è una risorsa inesauribile. Conditio sine qua non per tutta una serie di idee e prodotti unici e non mi riferisco soltanto ai pomodori. I topping delle pizze, quelli che io e mio fratello concertiamo a quattro mani, sono in gran parte dedicati alla nostra terra. Il resto è fatto da un senso del gusto allenato e dalla voglia di portare l’asticella sempre più in alto».

La proposta

Pizzeria vecchio stile, esteticamente parlando, classica, ampia. Con i Prisco, uno staff giovane e organizzato che gestisce la sala con professionalità e toni leggeri. Bello il progetto dei fratelli, ispirato da un padre che li ha sempre spronati ad abbracciare la qualità senza remore. Accanto alle pizze super classiche, una serie di proposte stagionali e cosiddette gourmet. Il centro di tutto è il gusto, dosato a regola d’arte.

Esattamente come i cocktail proposti in abbinamento. «Per la mixologia, ho bandito l’utilizzo degli sciroppi, preferisco le più naturali puree di frutta fresca di stagione, me ne occupo personalmente in un incastro che alla fine, spero, consegni un sorso armonico e avvolgente».

Per sincerarcene, abbiamo assaggiato uno degli abbianamenti proposti dalla casa: la Maruzzella, pizza condita con l'antico pomodoro di Napoli (Miracolo di San Gennaro, presidio Slow Food), aglio, origano della valle di Diano, olive nere di Gaeta, pomodorini del piennolo del Vesuvio Dop, pomodorini gialli, capperi di Salina, alici di Cetara e basilico. Insieme a un Americano in torba, cocktail preparato con Campari Bitter, vermouth rosso Punt & Mes, whisky Lagavulin 16 e seltz.

Sapori che si inseguono e che imparano a camminare insieme, sfidandosi e supportandosi a vicenda. Idea e risultato si sommano tra loro, in un tutt’uno di struttura e profondità.


Nadia Taglialatela
fonte: https://www.identitagolose.it/sito/it/209/32600/mondo-pizza/che-buona-la-pizza-dei-fratelli-prisco-abbinata-a-ottimi-cocktail-nel-cuore-dellarea-vesuviana.html

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