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Crescenzio, ovvero la storia, soprattutto quella ancora da scrivere, della pizza a Riposto – Il Gambero Rosso riconferma i Due Spicchi.


Il locale, adibito in un vecchio palamento nel cuore di Riposto, raccoglie l’eredità di nonno Crescenzio e la rinnova per lasciarla in eredità alla porta dell’Etna, nuova interessantissima meta di gourmand della Sicilia.

Porto o porta dell’Etna? Questo è il dilemma. Se abbiamo sempre pensato a Riposto, in provincia di Catania, come un porto dedito all’esportazione delle ricchezze siciliane, oggi è sempre con più tenacia che la si capisce, e la si vive come ‘porta’. Ovvero, come quel luogo di accoglienza per i curiosi e gli amanti del bello e del buono che all’Etna vogliono giungere in un percorso scandito da squisite tappe culinarie.

Negli ultimi anni Riposto è interessata da un notevole fermento, che però non deve incuriosire: da sempre la foce sul mare dell’Etna è stata un crocevia strategico per l’economia e per il turismo dell’Isola e da sempre ha affascinato artisti che cantano i pensieri profondi come il mare. Di recente però gli stessi abitanti la stanno riscoprendo nella sua unicità, nella sintesi perfetta tra terra e mare, nelle mille possibilità che una terra di passaggio e di paesaggio può significare.

Che Riposto è una meta ambita lo si intuisce dal lungomare sempre affollato, dal porto in cui ormeggiano sontuosi yacht e dai coperti dei locali, per cui pare sempre un sabato d’agosto.

La storia di Crescenzio, è da sempre intrecciata, oseremmo dire quasi impastata con quella del territorio. Così è facile capire i nuovi progetti che l’hanno portata da essere una pizzeria d’asporto a cavallo tra Giarre e Riposto, a essere meta di gourmand nel cuore della cittadina Etnea. A dirlo non noi, assuefatti all’odore di pomodoro fresco e dalla fragranza dell’impasto di farina Evolutiva siciliana, ma anche i critici del Gambero Rosso che hanno appena riconfermato i due spicchi alla fatica di Davide Palermo, Josè Parise e la famiglia di Crescenzio tutta.

Perché in fondo “Crescenzio pizzeria” è una storia di famiglia che vuole continuare a raccontare la terra che vive, i gusti che la identificano, le mode che cambiano, senza mai mettere un punto fermo, solo punti di sospensione che alludono al futuro. D’altronde, dalla mise en place e dai nomi delle pizze in menu, si capisce che qui la nuova concezione di pizza è un mix di essenzialità e rielaborazione personale della tradizione. Anche ad una rapida lettura delle proposte ‘classi-che?’ si nota come l’estro del pizzaiolo, Nicolas Fichera, sia libero di sperimentare, partendo però da un diktat, quanto ferreo quanto necessario: la qualità delle materie prime.

Proprio come per le costruzioni più maestose, anche in cucina sono le fondamenta a determinare la bontà di quanto preparato. E da Crescenzio le basi sono solide perché ben radicate nel suolo siciliano. Scegliere tra le tre tipologie di impasto, il classico con farine 0, 1 e germe di grano, il mix di cereali e il timilia integrale bio, significa poter provare ogni volta un gusto e un odore diverso, senza mai rinunciare alla provenienza locale della farina che garantisce elasticità e sofficità alla pizza, che si presenta matura nel suo bordo alto e alveolato.

Anche le piccole sfiziosità che anticipano la pizza e placano il languorino, come il Tuma Thai, tuma panata e fritta in salsa agrodolce thai, e la tartare di gambero rosso di Mazara sono testimonianza dell’eccellenze della nostra terra e di un sistema di rifornimento che guarda al km 0 e alla genuinità del prodotto. Ma dopo aver parlato delle radici, aver stuzzicato con gli antipasti, vi lasciamo godere il piatto forte: la pizza due spicchi Gambero Rosso.

La Ennese Dop gioca con il fiordilatte, melanzane grigliate, quenelle di ricotta fresca, prosciutto cotto artigianale siciliano, bucce di melanzane croccanti e il piacentino Ennese. Una pizza da dedicare a tutti gli amanti del formaggio e del vero gusto siculo.

Delicata e gentile nell’accogliere le eccellenze dell’Italia è la Verderame con crema di zucchine homemade, stracciatella pugliese, guanciale di suino nero dei Nebrodi, pecorino al tartufo nero, perle di aceto balsamico IGP.

La Maruzzè è verace, proprio come il suo nome suggerisce: crema di Melanzane, Guanciale croccante dei Nebrodi, fior di latte italiano, pomodorino datterino confit, petali di grana padano Dop.

E poi la novità in carta, il padellino quinta essenza, cremoso e scioglievole in bocca, grazie alla stracciatella, al pesto di pistacchio e al battuto di gambero rosso di Mazara del Vallo.


Federica Giunta
fonte:
https://siciliadagustare.com/crescenzio-ovvero-la-storia-soprattutto-quella-ancora-da-scrivere-della-pizza-a-riposto-il-gambero-rosso-riconferma-i-due-spicchi/

Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)

 

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