DRY MILANO è Selected Partner di Petra
A dieci anni dalla sua apertura e cinque dalla nostra prima visita, il Dry Milano si conferma a pieno diritto protagonista di questa categoria. È un luogo ibrido, eppure ha un’identità ben precisa: la propria. Contaminazione, essenza creativa fluida che passa da un’anima creativa (il forno) all’altra (il bancone bar) sono gli unici termini adatti a definire la prima pizzeria che è anche cocktail bar d’Italia.

Già inserito nella lista degli 11 talenti Under 35 più luminosi dell’Italia della pizza, Lorenzo Sirabella è un capitano di vascello difficilmente comparabile. Capace di passare dalla giacca da saggio gestore di sala alla casacca da pizzaiolo nel giro di cinque minuti, andata e ritorno. Nulla è lasciato al caso, eppure tutto è gestito con una naturalezza innata. La stessa che sfiora Edris Al Malat, head bartender della struttura, l’altra metà della mela che riesce a creare nel bicchiere ricette e realtà che si sposano perfettamente all’idea di pizza di Sirabella. Come una margherita e un mozzarella sour: valzer del gusto.

Scegliere dal menu del Dry Milano non è complesso, anche se è ricco e gustoso. Per gli appetizers vegetariani, il carpaccio di zucca grigliata è una chicca di dolcezza (9), magari da abbinare a un buon Gin&Tonic. Per continuare, prima di arrivare alle tonde classiche, se siete accompagnati da altri appassionati del buon cibo, non lasciatevi scappare il Vitello Tonnato (vitello tonnato, sale maldon e polvere di cappero), una delle migliori reinterpretazioni del grande classico piemontese (9-18).

Tra le focacce farcite (perché il punto di forza di Dry Milano è il riuscire a viaggiare tra diverse tipologie di pizza mantenendo la stessa identità e la stessa credibilità), e in generale in tutto il menu è immancabile la Salsiccia e Friarielli (10/20) dove la salsiccia è di Bra, in una continua ricerca di eccellenze, senza mai eccedere nel virtuosismo inutile. Per i vegetariani, la Guacamole, cavolo viola e insalata di carote (9/18) è decisamente fresca e interessante.

Le pizze classiche, sono poi il suo assoluto cavallo di battaglia. La margherita con mozzarella affumicata e pepe nero (12) è un capolavoro di equilibrio e sapore. L’impasto della tradizionale è leggero, con la classica punta che si piega leggermente verso il basso, facile da mangiare e ancora di più da digerire. Tanto morbido e ben umido da essere la casa perfetta per il Calzone con ricotta, provola affumicata, Grana Padano, prosciutto grigliato e pomodoro (14) fresco e adatto in realtà anche alla stagione più tiepida in arrivo. Non risulta mai pesante. Tra le pizze dello chef, Formaggi e castagne (16) che vede viaggiare insieme Taleggio, Gorgonzola e provola affumicata: una pizza complessa, con un’aggiunta dolce data dal miele, che riesce a non stancare mai. Superba, nella sua semplicità invece, la Piennolo rosso del Vesuvio, alici, olive nere infornate, capperi di Pantelleria e origano di Ischia (15).

I prezzi potrebbero sembrare mediamente alti, ma in realtà per essere nel cuore di Milano e lavorare con dei prodotti di qualità altissima e un servizio di sala pari quasi a un ristorante stellato - ma con più cordialità - è assolutamente più che nel range giusto. Medesimo discorso per il bar: dai classici ai twist di Edris, la bottigliera è capace di coprire a 360° i gusti di chiunque. Basta chiedere e qualsiasi fantasia gustosa sarà accontentata.


Lara De Luna
fonte: https://www.repubblica.it/il-gusto/dossier/pizza-una-storia-italiana/2024/03/20/news/dry_milano_sirabella_pizza_focaccia-422337867/

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