Si va dall’originale pizza bianca alla pala alle versioni più creative, dal tradizionale supplì al telefono alle sue varianti al sugo e cacio e pepe.

Nato dall’intuizione di un avvocato romano - di casa a Milano, ma amante della tradizione enogastronomica della sua città - e dall’esperienza di Dario Laurenzi, il nome Romoletto è un omaggio alla Roma e alle sue origini più antiche. Il logo del locale, un fornaio in bici con la pizza bianca fumante nel cestino, ricorda simpaticamente un famoso spot degli anni ’70 in cui un giovanissimo (e stonatissimo) Ninetto Davoli attraversava in bicicletta una Roma deserta all’alba per portare il pane appena sfornato a domicilio, canticchiando stornelli romani.

La pizza bianca è la vera regina da Romoletto: lievitata per 48 ore, lavorata con un elevato grado di idratazione (1 parte di farina necessita infatti dell’85% di acqua) è leggera e di facile digestione, croccante fuori e soffice dentro. Diverse le alternative: si va dalla pizza bianca semplice alla pala, a quella guarnita in superficie con gli ingredienti più sfiziosi, da quella farcita al momento a piacimento alla pizza bianca servita con verdure tipiche romanesche (broccoletti, cicoria, scarola) a parte. Ci sono la stagionale farcita e la gourmet del giorno.

Accanto alla pizza un altro grande classico: il supplì al telefono. Una polpettina dalla forma allungata nelle varianti al ragù, al sugo o cacio e pepe, tutte accomunate da un segreto, anzi due: il primo, la panatura, rigorosamente rustica e grossolana; il secondo, la farcitura, un cuore di mozzarella filante che ricorda il filo dei vecchi telefoni (da cui il nome).

Pizza bianca e supplì sono due sfizi che simboleggiano una tradizione che non invecchia.

La pizza bianca nasce nell’antica Roma quando i fornai cuocevano un panetto di impasto prima del pane per testare la temperatura del forno: la pinsa, liscia o farcita coi fichi freschi, era il classico sfizio da stuzzicare a passeggio per le strade dell’Urbe.

Nei secoli, la pizza bianca è rimasta la merenda preferita della Capitale: dagli scolari agli operai, la 1000 lire di pizza bianca - ora 1 euro - è ancora oggi un’abitudine irrinunciabile. E la storia del supplì non è da meno: venduto già nel ‘700 per le strade di Roma, durante l’occupazione napoleonica era il cibo preferito dei soldati francesi, che, estasiati dalla mozzarella che al primo morso filava fumante, gridavano Surprise! (Sorpresa!). Da qui il nome supplì, la cui ricetta originale prevedeva il ragù di rigaglie di pollo: col tempo il macinato di manzo ha avuto la meglio e oggi dona al ripieno un sapore decisamente più delicato.


Redazione MenteLocale
fonte: https://www.mentelocale.it/milano/articoli/75271-romoletto-pizza-bianca-e-suppli-a-milano-lo-street-food-di-roma.htm

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