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Giorgio Caruso, a Identità il pizzaiolo che ha stregato Milano


Considerando le storie a volte centenarie di molti pizzaioli che hanno alle spalle generazioni o comunque esperienze ventennali, Giorgio Caruso è quasi un novellino...
 

Eppure, questo classe 1985 di Caserta che ha studiato all’Accademia di Belle Arti e ha lavorato a lungo in una fonderia artistica prima di decidere, nel 2012, di cimentarsi con impasti e topping, nel giro di pochi anni si è ritagliato un bel ruolo nel mondo della pizza.

E' arrivato ad aprire due locali di cui è socio e motore principale – entrambi con l’insegna Lievità, in attività rispettivamente dall’ottobre del 2015 e 2016 –  portando a Milano quella che lui chiama “pizza gourmet napoletana”: sorta di ibrido tra la tradizione campana e l’innovazione di stampo “nordico”, unisce un impasto indiretto a lunga maturazione a base di farine integrali e macinate a pietra – dalla consistenza più friabile – alla cottura veloce al forno a legna che preserva i sapori degli ingredienti.

L’imprinting resta comunque quello partenopeo: quando Giorgio, dopo la chiusura dell’azienda per cui lavorava come scultore, decise di puntare su un settore che lo affascinava da sempre come quello della pizza, andò a seguire i corsi dell’AVPN con un maestro di eccezione come Ciro Salvo.

Cruciale, per la sua formazione, anche l’incontro con Luigi Acciaio con cui ha lavorato da Lazzarella Dop a Caserta: da lui Caruso ha imparato anche a non darsi limiti e pregiudizi iniziando a sperimentare con farine e impasti non canonici.

«Io sono “puro” – racconta lui – non avendo nessuna storia famigliare alle spalle non ho mai sentito nessun vincolo e ho imparato a fare quello che penso sia più giusto».

Sulle pizze mette molto di suo, dall’impasto ai condimenti, soprattutto quelli più fantasiosi che cambia spesso facendo attenzione alla stagionalità e cercando prodotti di assoluta qualità, ma anche lasciandosi ispirare da assaggi ed esperienze.

Come i viaggi, ad esempio. Da un piatto mangiato in Marocco – la tajine di agnello, mandorle e prugne – nasce la sua pizza Viola, con radicchio tardivo cotto sottovuoto a bassa temperatura, gorgonzola dolce, fiordilatte, prugne secche di Montalcino, mandorle tostate e coulis di agnello in casseruola.


Luciana Squadrilli
fonte: http://www.identitagolose.it/sito/it/112/16370/news/giorgio-caruso-a-identita-il-pizzaiolo-che-ha-stregato-milano.html



Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)

 

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