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RASSEGNA STAMPA WEB
come e dove Petra arriva in tavola
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La pizza conquista Roma e incontra l’alta cucina


Città della Pizza. Migliaia i visitatori – dai bambini che sono stati coinvolti in laboratori e assaggi ai turisti stranieri – che hanno affollato gli ampi spazi dell’ex caserma militare...

Trasformati per l'occasione in una grande “pizzeria” dove i forni e le friggitrici non hanno mai smesso di essere caldi e invasi dal profumo irresistibile di Margherita&co.

Nonostante le lunghe file (in alcuni momenti della giornata), l’atmosfera è stata quella di una grande festa per tutti, mantenendo lo spirito popolare e conviviale che è alla base della pizza. Dunque spazio a giochi e biliardini, tavoli e panche di recupero realizzati con i pallet e gelati e bibite gassate oltre a Prosecco e birra Baladin, perché la pizza non è mai snob.

Ma quando si va ai fatti, dimostra di saper essere “gourmet”, o quanto meno buonissima, in ogni sua versione che sia semplice o elaborata: ognuno dei pizzaioli che si sono alternati ai forni nei tre giorni della manifestazione aveva infatti tra le sue proposte una “classica” – marinara o margherita che fosse, o una versione “base” della pizza fritta – a cui ha affiancato un “cavallo di battaglia” del proprio locale e una pizza creata appositamente per la manifestazione.

Con proposte golosissime come la Primavera di Marzia Buzzanca (mozzarella, patata viola, asparagi, nocciole, Parmigiano Reggiano in scaglie e fiori eduli, stile da degustazione) e la Tartufata di Gianfranco Iervolino (provola di Agerola, funghi porcini, salsiccia paesana, scaglie di tartufo di Bagnoli Irpino ed erbette miste, stile tonda napoletana), la Roma-Caggiano creata a quattro mani da Pier Daniele Seu e dall’amico Angelo Rumolo venuto dal Cilento a dargli man forte (asparagi selvatici caggianesi, fior di latte, coppa, mandorle cotte al forno e zeste di limone, stile tonda all’italiana) e la Vinoforum 2017 di Antonio Pappalardo (fior di latte di Agerola, battuta di cappesante, mango, noce macadamia e pack choi, stile a degustazione), la fritta con limoni, rucola, caciocavallo e provola di Isabella De Cham e quella al taglio con tartare di capra marinata nel mirto con miele al corbezzolo e mele tritate del sardo Massimo Bosco, e molte altre ancora.

E poi, “fuori categoria”, le pizze senza glutine della pizzeria Teresina di Roma e quelle fatte con semola di grano duro proposte dalla Casa della semola de La Molisana.

Grande successo pure per i workshop dedicati agli operatori del settore, con un pubblico attento e tanti maestri che si sono confrontati su temi specifici attinenti al mondo della pizza fornendo molti stimoli per ulteriori discussioni:

dalle affinità e differenze tra il mondo della pizza e quello della panificazione (con Massimo Bosco, Piergiorgio Giorilli e Pierluigi Roscioli moderati da Stefano Callegari, pizzaiolo tra gli autori della manifestazione) a cosa bere con la pizza (con Teo Musso di Birra Baladin, Tanja Barattin del Consorzio del Prosecco DOC, Giancarlo Casa e Tania Mauri) fino a quale olio usare sulla pizza, se quello extravergine d’oliva o di semi (con Matteo Tambini e Alessandro Condurro della storica pizzeria partenopea Da Michele, con l’incursione a sorpresa di Gino Sorbillo che ha dato anche una dimostrazione di “ammaccatura” dell’impasto napoletano) solo per citarne alcuni.

Molto interessanti anche gli appuntamenti con i Ferrarelle Sensational Brunch e Dinner, i live show a quattro mani che hanno coinvolto grandi chef insieme a maestri pizzaioli stimolando ognuno di loro a creare delle vere e proprie contaminazioni tra forno e cucina:

dalle buonissime e divertenti “tagliatelle” di pasta della pizza condite con fave, guanciale e crema di pecorino proposte da Corrado Scaglione di Enosteria Lipen e Fabrizio Sepe del ristorante romano Le Tre Zucche, al Trapizzino con la vignaiola di Benito (farcito con crema di pisellini novelli, fave croccanti, carciofi in doppia cottura e due consistenze di guanciale) proposto da Stefano Callegari e Nicola Delfino del ristorante Benito al Ghetto.

Dagli gnocchi di pane all’ aglio olio e peperoncino con noci di Sorrento e colatura di alici creati da Renato Bosco della pizzeria Saporè di Verona e lo chef stellato Pasquale Palamaro dell’Indàco di Ischia agli spaghetti alla chitarra di grano arso, cacio e pepe con asparagina e uova di quaglia – proposto anche come topping di una pizza con impasto al grano arso – del romano Raffaele De Mase e del giovane e bravissimo pizzaiolo casertano Ciccio Vitiello, di Casa Vitiello.

Tutti incontri sold out, come l’intera manifestazione che ha dovuto chiudere le porte con qualche ora di anticipo, visto che molti pizzaioli avevano esaurito impasti e condimenti nonostante le scorte.

“Un successo – conclude Emiliano De Venuti, Ceo di Vinòforum e ideatore de La Città della Pizza – che conferma l’enorme appeal che questo prodotto esercita sul pubblico. Un format riuscito anche e soprattutto grazie al lavoro degli autori, l’indispensabile collaborazione dei partner, la passione dei tanti pizzaioli coinvolti. Una formula che, pur tenendo Roma come ideale punto di riferimento, è nei nostri progetti destinata a diventare itinerante. Non ci dispiacerebbe se una delle prossime tappe de La Città della Pizza avesse come teatro una grande capitale mondiale”.


Luciana Squadrilli - fotografia di Alberto Blasetti, Andrea Di Lorenzo
fonte: https://reportergourmet.com/61888/la-pizza-conquista-roma-e-incontra-lalta-cucina.html


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