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come e dove Petra arriva in tavola
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Le Note golose di Trento


Francesca, Chiara e Marta. Nell’ordine: una pianista e due violiniste. Tre sorelle, di cui le ultime due gemelle. Tutte bionde, brave e belle. Anzi, no. Francesca è rossa. Sono le Bonazza sisters: un’infinita passione per la musica classica e un presente scritto su un nuovo pentagramma...

«Abbiamo sempre studiato musica e quindi avevamo intrapreso un percorso professionale che ci portava in quella direzione. Ma a un certo punto è avvenuto il cambiamento», racconta Francesca, la più grande. Classe 1983. Mentre Chiara e Marta sono dell’annata 1991 (e, giusto nel mezzo, ci sono Angela, insegnante di matematica, e Sara, ingegnere).

Tutte nate a Trento: da papà Andrea, autoctono della zona, e da mamma Maria Carla, che ha un po’ di sangue cecoslovacco nelle vene. Ed è aiutando la madre nel bed & breakfast di famiglia - aperto a Sant’Agnese, una frazione di Civezzano, nel 2008 - che Francesca viene folgorata dalla pasticceria. «Preparavo i dolci per la prima colazione. Così, per saperne di più, ho frequentato un corso alla Cast Alimenti di Brescia».

È amore a prima vista. E Francesca scopre che, oltre ad avere un ottimo orecchio, ha pure due mani d’oro. Quindi? Si chiude il b&b e via che si apre un laboratorio al pianterreno di casa. Proprio dove nonno Hermann un tempo costruiva violini e lavorava il legno.

Un lab in montagna, a 800 metri di quota, immerso nella natura. Dove la giovane crea le sue delizie. Fino alla decisione (nel 2015) di mantenere il lab, ma di scendere in in città. A Trento. In via Cavour, a due passi dalla centralissima Piazza Duomo. Una nuova impresa di famiglia. Che coinvolge Francesca, le sue due sorelle e pure i genitori. Conservando nell’insegna il forte legame con il mondo di corde e archi: Le Note (tel. +39 0461 234465). Quelle che risuonano nell’aria. Ma pure quelle del sapore.

Ecco allora Marta, la frontwoman, l’addetta alla vendita diretta. Colei che ha a che fare con i clienti. Anche preparando ottimi caffè, cappuccini e cioccolate. «Teniamo molto all’artigianalità e a fare le cose in prima persona», spiega. Mentre Chiara sta nelle retrovie. Alla supervisione e all’amministrazione. «Io faccio quadrare i dolci», spiega orgogliosa.

Francesca invece mette le mani in pasta. «Praticamente tutto il giorno - dichiara - Privilegiando materie prime genuine e locali. Perché qui non crescono le banane. Ma mele e piccoli frutti. Così si valorizza il duro lavoro dei contadini», precisa lei. Che innerva la tradizione con energia, tecnica e tecnologia. «Freddo e sottovuoto ci permettono di incrementare la varietà, mantenendo alta la qualità».

Hanno le idee chiare le sisters. E le mettono in pratica. Traducendole in prelibatezze. Come la Treccia Mochena, un dolce tipico del territorio. Che mutua la foggia dalle trecce delle donne e il nome dalla Valle dei Mòcheni, una minoranza (anche linguistica) di origine tedesca, alla quale apparteneva la bisnonna delle girls. «Una ricetta semplice, che nel tempo ha visto differenti riletture», precisa la pastry chef. Che, da brava solista, la interpreta a modo suo: con mirtilli e lamponi freschi e crema pasticcera alla vaniglia. Partendo dalla farina macinata a pietra Petra 1 di Molino Quaglia. «Ci ha colpito sin da subito, perché se l’impasto a crudo ha già un profumo straordinario, da cotto ha un gusto inconfondibile». Come unica è questa golosità firmata dalla giovane Petra Selected Partner.


Cristina Viggè
fonte:. https://www.identitagolose.it/news/?id=152 


Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)

 

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