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RASSEGNA STAMPA WEB
come e dove Petra arriva in tavola
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Le "pizze in Brera", chiusura col botto: tra "finte" margherite e pizze gourmet


La conclusione delle tre serate di “Pizza in Brera”, che prevedeva una degustazione di pizza gourmet, organizzate dai fratelli Saverio e Vittorio Borgia  di Bioesseri – ristorante biologico ubicato proprio in Brera, nel cuore di Milano, con la collaborazione del Molino Quaglia che produce la farina Petra - è stata veramente grandiosa.

Perché i due partner dell’iniziativa, Bioesseri e Quaglia, hanno voluto completare questo ciclo – e speriamo che ce ne siano altri – di serate con la pizza d’autore con Massimiliano Prete, il più grande “lievitista, ancor prima che pizzaiolo”, scrivono gli ispettori di “Pizzerie d’Italia” di Gambero Rosso, che vanta l’Italia e in attività nei suoi quattro locali distribuiti tra Saluzzo (Gusto Divino e Teatro del Gusto), Alba (Gusto Madre) e, con la stessa insegna ha appena aperto a Torino.

Tant’è vero che l’esperienza con Prete, a Bioesserì, è stata travolgente con un percorso degustativo dove le contaminazioni hanno accompagnato i commensali alla scoperta di nuove emozioni, perché il pizzaiolo piemontese, ma di origini pugliesi, ha proposto un menù ricco di sapori che è stato anche una sorte di omaggio ai prodotti d’eccellenza del nostro paese, come la passata di pomodoro campana e la burrata pugliese, i capperi e il pomodoro secco di Pantelleria, la salsiccia di Bra e le nocciole piemontesi igp, solo per citarne alcune delle materie prime che seleziona Prete.

La serata è stata avviata dalla pizza di impasto grano tenero Petra Bio preparata dall’executive chef di Bioesserì, Federico Della Vecchia (originario di Ischia e, quindi, con i palermitani Borgia, rappresenta una specie di lega tirrenica) e, cioè, “bianca con carciofi alla romana, crema di gorgonzola e bottarga di muggine”, accompagnato dal Pinot nero spumante metodo classico  prodotto dal Castello di Stefanago che, però, non ha impressionato molto i partecipanti all’insolita degustazione di pizza, probabilmente per il tipo di vinificazione utilizzato da questa azienda dell’Oltrepò Pavese, il metodo Ancestrale, poco usato che, però, a chi ne è appassionato, regala vini di forte personalità e che ha molto di un sapere antico.

Prete è entrato in campo con la pizza impasto di Petra 3 e Petra 9, che a Gusto Divino di Saluzzo chiama “Sembrava una margherita” con passata di pomodoro, burrata, capperi e pomodoro secco di Pantelleria.

Seguita da una pizza impastoPetra 1 e Petra 9 che i fan di Prete conoscono come “Gusto autentico” con crema di cavolo nero, porri di Cervere, salsiccia di Bra, nocciole igp e fonduta di Castelmagno, accompagnata da Pinot nero spumante metodo classico rosè, sempre del Castello di Stefanago che, però, è sembrato avere una marcia in più del primo spumante.

Terza pizza in degustazione, quella di impasto “farina panettone” e, cioè,  Pan dolce con burrata, Pata Negra e insalata di finocchio.


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Michele Pizzillo
fonte: http://www.cronachedigusto.it/archiviodal-05042011/318-la-degustazione/24069-le-qpizze-in-breraq-chiusura-col-botto-tra-qfinteq-margherite-e-pizze-gourmet.html


Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)

 

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