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come e dove Petra arriva in tavola
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Lucca Cantarin: Marisa 4.0


“Buon sangue non mente”, ricorda un vecchio adagio. E anche quello che suggerisce “tale padre, tale figlio” mi sa tanto che valga pure col primo termine di paragone al femminile. Almeno nella dolcissima casa Cantarin.

.Ad Arsego di San Giorgio delle Pertiche, nel Padovano. Perché se visionaria fu Marisa, visionario è pure Lucca. E la collezione di occhiali sgargianti - che lui cambia periodicamente - non fa che accentuare questa qualità.

Marisa dunque. Che inizia a camminare sulla via golosa anni e anni fa, aiutando il padre Mario. Un ambulante. Un gelatiere munito di carretto, pronto a dispensar coni e coppette direttamente on the go, come si direbbe oggi. E lei, Marisa, magliaia di giorno, aiutava il babbo di sera.

Fino alla svolta. Nel 1982, quando prese la decisione di aprire una caffetteria con gelateria. Cinque tavoli soltanto, ma uno sguardo illuminato. Animato da un’idea: offrire il gelato tutto l’anno. Primavera, estate, autunno e inverno. Una proposta pionieristica per quel tempo. Quando ancora non si pensava a destagionalizzare un prodotto.

Brava Marisa. Ma bravo pure Lucca. “Sì, con due c. Tutta colpa di un errore all’anagrafe. Però ne vado orgoglioso”, dice mister Cantarin. Un socio Ampi - nel senso che appartiene alla prestigiosa Accademia Maestri Pasticceri Italiani.

E anche un Petra Selected Partner, ossia facente parte di quel network di eccellenze firmato dall’estense Molino Quaglia. Insomma, uno che ne ha fatta di strada. Consumando suole e non dimenticando ciò che vuole: fare il pasticcere. Anzi, no. All’istituto alberghiero di Castelfranco Veneto lui - classe 1978 - non si iscrive per seguire il filone del dessert. No, no. Ma per studiare sala e bar e diventare (forse) cameriere.

Ma non era quello il suo destino. Che ci mette lo zampino, facendogli cambiar corsia. Complici una serie di passaggi nel gotha della ristorazione e della pasticceria. Rimanendo in patria padovana: dagli Alajmo delle Calandre di Sarmeola di Rubano e da Luigi Biasetto. Nonché passando per la Spagna di Paco Torreblanca e per la Francia della Maison Baud.

Per poi tornare at home. A quella che, anche grazie a lui, diviene la celeberrima Pasticceria Marisa. Pasticceria, pasticceria, pasticceria. Tanto che Lucca si porta a casa pure il bronzo alla Coupe du Monde de la Pâtisserie, a Lione, nel 2013, capitanando il team italiano.

Ma Lucca non trascura il reparto gelateria. “Ho sempre tenuto una dozzina di gusti. Ma ormai era diventata una proposta irrisoria. Negli ultimi anni vendevamo non più di una ventina di coppe al giorno. Eravamo giunti a un bivio: chiudere la zona fredda oppure ricominciare”, racconta Lucca. Che qualche mese fa opta con fermezza per la seconda soluzione.

Gelateria, quindi. Con un ingresso dedicato. Accanto a quello della pasticceria. Un ambiente nuovo, conquistato acquistando più spazio. Con corredo di una settantina di posti outdoor, che si vanno ad aggiungere ai 65 interni e ai cento esterni della sweet zone.

Sto già progettando di cambiare look alla pasticceria”, svela Cantarin. Ma tutto è rimandato al prossimo anno. Perché ora Lucca si concentra sul gelato e sull’inedito Lab 4.0.

 Un laboratorio di avveniristica concezione. Tutto a vista. Tutto open space. Tutto sotto gli occhi di tutti. “Tutto a girare intorno all’uomo. Tutto impregnato di fattore umano”, precisa, ricordando il tema dell’ultima edizione di Identità Golose. Che lo ha visto sul palco.


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Cristina Viggè
fonte: 
http://www.fuorimagazine.it/blog/shooting/?permalink=lucca-cantarin-marisa-40

Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)

 

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