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Torino: nel cantiere di Edit, il polo gastronomico che strizza l'occhio alla sharing society


Chiamatela come volete, condivisione o sharing. Ma l’idea che sta dietro a Edit, il polo gastronomico che sta nascendo a Barriera di Milano, è nuova davvero, almeno per Torino...

E, come capita a molte idee nuove, parte da una base molto normale per tradurla in un’offerta inedita.

Così da Edit (che sta per “eat, drink, innovative, together “ e cioè “mangiare, bere, innovativo, insieme) si troveranno, su due piani e una superficie di circa 2 mila metri quadrati, cose già note: un bar pasticceria, un pub birreria, un cocktail bar, un ristorante. Ma nulla sarà solo quello che sembra, perché in pratica tutte le strutture potranno essere utilizzate non solo come clienti.

Amatori o professionisti li potranno affittare per produrre birra da sé, cucinare e così via, come hanno spiegato ieri mattina gli ideatori dell’iniziativa, l’ex banchiere biellese Marco Brignone con i figli Andrea e Gianluca. E Giovanni Rastrelli, il giovane manager che hanno scelto come amministratore delegato di Edit.

La sede è un’ala dell’ex Incet di via Cigna, quell’Industria italiana cavi elettrici Torino fondata a fine Ottocento dalla famiglia Tedeschi e passata poi alla Pirelli che la chiuse nel 1968. Acquistata dal Comune, è stata in parte ristrutturata con fondi Ue e messa a disposizione per start up imprenditoriali e attività culturali.

L’altra parte, messa all’asta, è stata acquistata dai Brignone. Che ne hanno fatto il progetto Edit. Che è ancora un cantiere (l’apertura è prevista in autunno), ma già fa capire cosa sarà.

Al pian terreno ci sarà il Bakery Cafè, un ampio spazio con bar e pasticceria (quest’ultima gestita con la consulenza di Pietro Leeman, chef del ristorante milanese Joia e maestro della cucina vegetariana). Ma il “cafè” sarà anche a disposizione per lavorare, per chi insomma vuole uno spazio per piccoli incontri o per trovare “l’ispirazione”.

Si passa poi al pub: 250 posti, un tavolo conviviale di 24 metri e un bancone in acciaio che offrirà decine di birre alla spina: metà “esterne”, le altre prodotte nel birrificio artigianale dotato di tutto il necessario. Che sarà a vista e a disposizione di chiunque per produrre le “proprie” birre, sotto la guida di un esperto mastro birraio. Il pub offrirà anche una ristorazione pop con pizze e lievitati firmati dal veronese Renato Bosco, uno dei grandi innovatori del settore in Italia.

Una scala spettacolare porterà al primo piano, all’area lounge che ospiterà il cocktail bar gestito dai giovani torinesi del Barz8 di corso Moncalieri. Poi il ristorante, le cui cucine sono state affidate ai fratelli vercellesi Christian e Manuel Costardi (già carichi di stelle, cappelli e forchette nel loro locale “nativo”).

Una grande cucina centrale a vista, circondata da sedute al bancone, una sala con tavoli più tradizionali. E un’idea di ristorazione alta, ma innovativa, leggera anche nei costi. Poi le “cucine condivise”: cioè quattro cucine professionali (che si affacciano su una sala di 140 metri quadrati) e che saranno messe a disposizione per essere affittate da piccole imprese del catering che non hanno spazi e mezzi sufficienti, ma anche di aziende che vogliano organizzare masterclass, eventi privati o di team building. O per show cooking e attività didattiche.


Marco Trabucco
fonte:
https://www.repubblica.it/sapori/2017/06/03/news/torino_barriera_di_milano_apertura_edit_polo_gastronomico_ispirato_sharing_economy_dove_essere_clienti_e_soci-168822312/

Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)

 

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