A Trecate, in provincia di Novara, c’è una pizza che ama definirsi proprio così, italiana e niente più: un impasto a base di farina (Petra), lievito e acqua, con l’aggiunta delle migliori bontà italiane, insieme cotti nel forno a legna.
Questa è la pizzeria Caruso, dell’omonima famiglia, nata nel 1965 con mamma Giuseppina. Igino, attuale pizzaiolo e proprietario, affiancato dalla moglie Patrizia, porta avanti la tradizione familiare, senza rinunciare al suo sogno: offrire una pizza gastronomica all’italiana firmata Caruso.
Il punto di arrivo di una lenta evoluzione
Infatti, la longevità della pizzeria ha dato modo di seguire la continua mutazione di un prodotto concepito oggi in maniera completamente diversa rispetto agli anni passati, più di tutti gli anni ’80. Ai tempi, la pizza si produceva in serie e la quantità superava di gran lunga la sua qualità: al punto che al forno di casa Caruso viene aggiunto un piano rotante in grado di massimizzarne la resa.
Cambia il tipo di pizza richiesto, prima più croccante, oggi sulla scia della sofficezza e, infine, cambia anche la clientela
In passato la pizza era la cena veloce da portare in tavola con poche lire senza troppe pretese. Di questi tempi, invece, il cliente è più consapevole, ben disposto a spendere anche qualche euro in più pur di gustare una pizza in linea con le sue preferenze. Pensiero che si applica anche rispetto agli standard attesi nell’asporto.
Ciò che conta (sempre) è non confondersi nella massa. Come?
1. Creare una pizza in cui ogni singolo elemento esprima eccellenza. 2. Non c’è pizza di qualità senza farina di qualità. 3. Essere generosi con la propria squadra. 4. Divertirsi, creare, variare!
Marialuisa Iannuzzi
fonte: https://www.identitagolose.it/ermes/newsletter/?id=418
Igino Caruso per le sue pizze utilizza le farine Petra 3 e Petra 9 (ndr).
Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)
BREAD RELIGION
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