Lui ci mette l'impasto (a base di farine macinate a pietra di Petra Molino Quaglia) e lo chef "ospite" il topping, nel puro filone della pizza contemporanea, che sa dialogare con l'alta cucina, ne mutua alcune caratteristiche, in un processo di crescita parallelo, come testimoniato da anni, tra l'altro, dalla sezione Identità di Pizza al congresso Identità Milano.
Dopo Riccardo Camanini, Gaggan Anand e Virgilio Martinez, a collaborare con Pappalardo questa volta è stato Anthony Genovese, bistellato al suo Il Pagliaccio di Roma. Ne è nata una proposta (ora non più disponibile) davvero sfiziosa: Pizza degustazione cacio e pepe e magatello marinato al dashi, «una pizza unica, irripetibile - così la raccontano - Una pizza che vi permetterà di viaggiare con la mente alla scoperta di culture gastronomiche influenzate e contaminate».
«La cucina de Il Pagliaccio ha da sempre una porta aperta verso il mondo e l’innovazione – racconta Genovese – Amiamo confrontarci con altre tradizioni, geografiche, culturali o, come in questo caso, di un settore affine, ma differente come è la pizza. Per questo ho accolto e apprezzato l’invito di Antonio, confrontarmi con la pizza è stato piacevole e intrigante».
Aggiunge Francesco Di Lorenzo, sous chef di Genovese da oltre 13 anni: «Abbiamo parlato a lungo con Genovese e con Pappalardo per individuare quale dei piatti de Il Pagliaccio potesse esaltarsi dall’incontro con la pizza. Alla fine è stato naturale renderle omaggio con una ricetta che parte da basi tradizionali tipicamente romane, la Cacio e pepe, ma viaggia per il mondo incontrando tecniche di preparazione internazionali, come il dashi».
Redazione Identità Golose
fonte: https://www.identitagolose.it/ermes/newsletter/?id=486
Foto da pagina Facebook (ndr)
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