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Sulle punte. Chiacchiere di gusto intorno a una pizza con Virna Toppi da Giolina a Milano


Dalla passione per la musica al teatro: la storia della prima ballerina della Scala suggerisce un parallelismo tra il cibo e la danza, in cui creatività, determinazione e tecnica uniscono punti solo apparentemente distanti tra loro

Si dice che le ballerine sappiano contare solo sino a otto. E uno, e due, e tre, e quattro, cinque, sei, sette e otto. E si ricomincia E i pizzaioli fino a quanto? Sessanta? Novanta? Sono i secondi massimi che servono, da disciplinare, per cuocere una pizza napoletana nel forno a legna. E, anche in questo caso, è la perfezione della riuscita che salta agli occhi. La fatica, il sudore, le ore di lavoro si annullano per lasciare spazio solo ed esclusivamente alla pizza perfetta. Un solo piccolo errore, infatti, e la magia sparisce in un attimo, lasciando spazio e ricordo solo ai difetti.

Non serve fare troppi giri pindarici: è facile capire come la danza poi non sia così distante dal mondo della cucina. Il tempo diventa fondamentale. Lo sono i gesti, lo sono le tecniche. Anche in un ristorante o in una pizzeria le azioni e le movenze sono dati da una coreografia, che si ripete ogni giorno uguale, ma che cambia in base all’interpretazione dei suoi protagonisti.

Virna Toppi, trentenne prima ballerina del Teatro alla Scala, a meta strada tra Brianza e Romagna, fa percepire molto bene questo concetto. A sentire lei, mentre chiacchiera seduta al tavolo della pizzeria Giolina a Milano, insieme ad Anna Prandoni, sembra che arrivare agli apici della carriera di ballerina sia un qualcosa che avviene con una naturalezza incredibile, la stessa naturalezza che si ritrova nel suo corpo quando interpreta la drammaticità della morte di Giulietta. Eppure, quella leggerezza, nei gesti e nel tono dei racconti, racchiude una forza di volontà fuori dal comune, insieme a una determinazione, che si ritrova solo nei più grandi. Le ore alla sbarra, i sacrifici, le regole, le rinunce: il mondo del balletto non è accessibile a chiunque. Ci vuole uno spirito diverso, distante anche da quello che hanno gli sportivi in genere: nello sport si può mostrare la fatica, il dolore. Nella danza no.

E la stessa cosa accade in cucina, di fronte al forno e alle ore, lunghe e a volte estenuanti, passate alla preparazione della linea, che aspetta di entrare in scena a inizio servizio. Tecnica e interpretazione. Chiunque riuscirebbe a emozionarsi di fronte a una Giselle, romantica e forte, interpretata da Virna Toppi, perché è in quella sfumatura che si può intravedere la grandezza artistica di una ballerina, in quella capacità di entrare dentro i personaggi e dar loro una nuova esistenza. La perfezione che si coniuga con l’interpretazione personale. Nelle parole di Virna l’assonanza con il cibo è palese e chiara. Assonanza che rimarca il bisogno di personalità anche nella cucina. La pizza è davvero uno degli esempi più calzanti: un impasto di acqua e farina, che può trovare un milione di declinazioni e interpretazioni diverse, partendo proprio da due elementi comuni. La pizza di Danilo Brunetti, al Giolina, ad esempio, lo spiega bene: l’interpretazione della cultura gastronomica italiana trova qui la massima personalizzazione, fatta di gusto, di ricerca e di mani che osano.

Ed ecco che, attraverso i movimenti sinuosi della danza, si riflette anche l’anima dell’impasto perfetto, che si muove elegantemente in punte di piedi. La danza e la pizza hanno più in comune di quanto si possa immaginare. Entrambe richiedono una buona dose di abilità e maestria per raggiungere la perfezione. Come una pizza ben realizzata, i movimenti sinuosi dei ballerini richiedono una cura attenta e una padronanza del proprio corpo. La danza è come il disco di pasta che si alza nel forno, prendendo forma e diventando qualcosa di magico. E così come ogni pizza ha il suo stile unico, ogni ballerino ha il suo modo personale di interpretare la musica attraverso i movimenti del corpo. La danza è l’arte dell’impasto in movimento, una combinazione perfetta tra eleganza e passione.

Anche la scelta degli ingredienti prende parte allo spettacolo. Come una coreografia ben orchestrata, ogni ingrediente ha il suo ruolo da svolgere. La base di una buona pizza è l’impasto, morbido e leggero come i passi di un ballerino sul palcoscenico. Poi ci sono i protagonisti del gusto: il pomodoro, dolce e succoso come un movimento sinuoso, il filare della mozzarella avvolge il palato come una pirouette elegante, gli ingredienti di contorno, che aggiungono personalità.

Ascolta il podcast!

Questo articolo fa parte di “A Spicchi”, il progetto di Farina Petra e Molino Quaglia.


Giulia Salis
fonte: https://www.linkiesta.it/2024/03/chiacchiere-di-gusto-con-virna-toppi-da-giolina/



Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)

 

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