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RASSEGNA STAMPA WEB
come e dove Petra arriva in tavola
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Al Molino Quaglia l’obiettivo è consolidare la qualità


Nata nel 1913, l'azienda vicentina produttrice di farina scopre la Farina evolutiva

Già prima del 1913, anno in cui è ufficialmente fissata la fondazione del Molino Quaglia, il papà del capostipite Angelo Quaglia aveva dei molini. Ce lo rivela orgogliosamente Piero Gabrieli, direttore marketing dell’azienda di Vighizzolo d’Este, nonché parte integrante della famiglia che da oltre un secolo è sinonimo di qualità.


Com’è continuata la storia aziendale da quel 1913 in poi?

«Ad Angelo Quaglia subentrò il figlio Annito. Dal 1987 sono Chiara, Lucio e Andrea, figli di Annito e nipoti di Angelo, a occuparsi in pianta stabile di un’azienda che è rimasta di famiglia perché tutti i discendenti lavorano al suo interno con funzioni operative.
L’obiettivo principale, al momento, non è strutturare progetti di forte crescita di volumi di produzione, ma consolidare la qualità grazie all’aggiornamento tecnologico».



Qual è stata la genesi della nascita del marchio Petra che ha visto la luce nel 2006?

«All’interno di questa filosofia aziendale il progetto Petra ha, da un lato, lo scopo di dare una maggiore identificabilità alla farina che, nel tempo, è diventata un prodotto molto generico; dall’altro quello di creare una riconoscibilità attraverso un contenuto nutrizionale completo che già allora cominciava a essere una richiesta del consumatore contemporaneo che voleva già mangiare qualcosa che non lo facesse star male».


In questa ricerca della qualità siete stati dei precursori?

«Direi di sì perché in quel momento le farine, nella maggioranza dei casi, erano trattate come un prodotto da volume. L’obiettivo dei molini era produrre quantità sempre maggiori, spesso a discapito della qualità, perché il consumo di massa richiedeva quantità maggiori di cibo. Con Petra manteniamo la produzione su volumi abbastanza stabili, però miglioriamo la qualità».


Cosa intende quando parla di volumi stabili?

«Dal 1997 la nostra produzione è di 4mila quintali al giorno che è il nostro massimo risultato possibile. Al momento non sono in programma investimenti in nuove unità produttive».


Cos’è per voi la qualità?

«Avere rapporti con tutti coloro che intervengono nella filiera, dal contadino che semina fino all’artigiano che lavora le farine. Nel dettaglio vuol dire evitare di acquistare il grano in Borsa, comprarlo direttamente sul campo e selezionarlo climaticamente. Essendo il grano un prodotto le cui caratteristiche mutano di anno in anno a seconda del clima e del terreno, dovendo fare una farina naturale non è possibile per noi acquistare il grano sempre dagli stessi contadini. Questo è un concetto importante per il progetto Petra».


Voi avete una linea di farina macinata a pietra, ma non è detto che questa macinazione sia indice di qualità…

«È vero, ma la nostra non è una macinazione a pietra “tradizionale”. Intanto usiamo lo stesso impianto di selezione ottica del grano che utilizziamo per la macinazione a cilindri. Il grano che viene schiacciato con le pietre, infatti, deve essere incontaminato dal momento che, in questo tipo di lavorazione noi moliamo per schiacciamento anche le parti esterne del chicco. Poi passiamo la farina in un impianto industriale di omogeneizzazione della granulometria per aumentarne la facilità di lavorazione. Così facendo superiamo i due limiti della macinazione: la pulizia e la lavorabilità a mano».


Quante tipologie di farina producete?

«Abbiamo due famiglie: la macinata a pietra e la macinata a cilindri. All’interno di queste due tipologie ci sono altre “famiglie” che riguardano la classificazione del grano in convenzionale e biologico e/o a lotta integrata. Il nostro grano arriva per il 60% dall’Italia, il 35% da Paesi dell’Unione Europea e il 5% dall’Australia. Poi stiamo investendo nel progetto della coltivazione evolutiva in Sicilia portato avanti dall’Associazione Simènza

Si tratta di una metodologia di coltivazione di diversi tipi di semi, di cui solo i più forti sopravvivono, a quote molto alte che fa sì che le piante siano meno attaccabili dalle muffe. Di fatto invece di usare chimica o selezione genetica per avere del grano più forte, è la natura a fare la selezione naturale. 

Si tratta di farina con profumi che cambiano di anno in anno che si sta rivelando adatta a diversi tipi di lavorazione. Ovviamente i prodotti realizzati con Petra Evolutiva costano di più, ma a guadagnarci è la salute, il clima e la sostenibilità».


Perché avete scelto di essere partner di Ambasciatori del Gusto?

«È stata una decisione molto ponderata, ma siamo entrati con grande entusiasmo, perché abbiamo percepito la presenza di un gruppo animato dal desiderio di promuovere l’Italia stimolando la crescita di qualità nella filiera alimentare».


Mariella Caruso
fonte: https://www.ambasciatoridelgusto.it/al-molino-quaglia-lobiettivo-e-consolidare-la-qualita/

Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)

 

PETRA srl - Vighizzolo d'Este (PD) IT03968430284