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come e dove Petra arriva in tavola
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Adottare un campo di grano: “poesia di un amore” che diventa un’esperienza di umanità


Progetto “Petra Evolutiva”: una storia di persone, di comunità, di emozioni, di cura e attenzione all’ambiente. Un percorso che inizia dall’integrazione di semi diversi per arrivare a un prodotto unico nel suo genere, un messaggio di Madre Natura che tutti dovremmo cogliere

«Emozione e pura magia».

Sono queste le parole con cui Fabio Longhin, maestro pasticcere della (sua) Pasticceria Chiara di Olgiate Olona, racconta il progetto Adotta un campo e la sua farina, promosso da Petra Molino Quaglia, cui ha partecipato per il secondo anno consecutivo.

«La prima semina è stata nel 2020 e abbiamo potuto utilizzare la farina nel 2021. A fine settembre abbiamo avuto la macinazione del grano seminato lo scorso autunno e mietuto a giugno 2022».

È una storia che si ripete, che è ciclica, proprio come lo è la natura, come lo è un campo da coltivare con tanta cura e attenzione, le stesse che sono alla base dei rapporti umani che, è inevitabile, si instaurano tra tutti i protagonisti coinvolti in questo progetto.

Unione e sinergia tra esseri umani

«Adottare un campo significa instaurare un rapporto tra esseri umani, non conta più solo “l’elemento farina” che, comunque, ha una sua storia, ed è bellissima. È un racconto di uomini: grazie a questo progetto sono arrivato direttamente a chi lavora il terreno, mi invita sul campo adottato e mi rende partecipe delle varie fasi, sono in contatto costante con il nostro ettaro, c’è una sinergia totale tra tutta la filiera, dal mugnaio, ovvero il primo trasformatore del grano, a me, che sono l’ultimo e dono la farina ai miei clienti» sotto forma di deliziosi biscotti, torte e altre goloserie.

«Per me questo elemento è magia, è un prodotto che sento davvero mio, la farina che cresce con me - continua Fabio, con una voce che fatica a celarne la passione, la voglia di raccontare al mondo la sua esperienza - E poi, c’è dietro una storia fantastica: quando Salvatore Ceccarelli, professore di Genetica Agraria, era in Siria, ad Aleppo, per svolgere alcune ricerche, ha raccolto circa duemila varietà di semi, che poi ha portato con sé in Italia, al suo rientro. Da qui, ha iniziato il percorso verso quella che si definisce “farina evolutiva”, quindi un mix di semi integrato nel suolo siciliano. Questi semi, infatti, sono stati dati in custodia a Giuseppe Li Rosi, colui che si è occupato della semina, della cura e del raccolto del grano».

Una storia di integrazione

È, quindi, da un campo nella calda terra della Trinacria, che nasce «il popolo evolutivo: vedere il campo è emozionante, le spighe crescono con altezze diverse, le più grosse proteggono le più piccole dalle intemperie e, a loro volta, quelle piccole sostengono quelle più grandi. È un popolo fitto, in cui le malerbe non crescono; è un ambiente del tutto biologico, un miscuglio che si difende da solo, crea una fauna e una flora che si sposano alla perfezione. Sembra una favola, ma è semplicemente un gioco che Madre Natura ci insegna».

Ci insegna, certo, perché anche noi esseri umani dovremmo seguire l’esempio del campo di grano, integrarci, proteggerci a vicenda, accettare e, anzi, accogliere le diversità, perché sono proprio queste «a creare un prodotto migliore, con caratteristiche tutte sue, con un suo gusto particolare. Inoltre, parliamo di un grano che subisce cambiamenti in base al clima, è bello anche il fatto che sia raro, esclusivo, sempre di altissima qualità ma con sfumature di colore e sapore che non possono essere create in laboratorio».

L’emozione provata dal maestro pasticcere varesino nel vivere questa esperienza è, come il “suo” grano, unica: ne parla con lo stesso orgoglio di un papà che segue suo figlio passo passo e ne coglie e accoglie ogni cambiamento con entusiasmo.

L’esperienza della comunità

«Non dimentichiamoci poi l’aspetto nutrizionale: è una farina prodotto da un grano cresciuto in un ambiente completamente biologico, tutto ciò che produciamo è caratteristico», aggiunge Fabio, contento di aver visitato il Molino

«Sono entrato per essere mugnaio, ho capito la lavorazione del seme che diventa farina, tutta la tecnicità che c’è dietro. Ho vissuto un’esperienza totale, a tutto tondo, la sento davvero parte di me e io mi sento parte della comunità di persone che sta dietro a questo progetto».

Perché non bisogna dimenticare che c’è una comunità intera che ha creduto nell’idea di Petra Evolutiva, una comunità di cui anche il fruitore finale del prodotto, ovvero il cliente, fa parte, anzi, «è lui che dà inizio a questo progetto, senza di lui non avrei avuto la possibilità di fare tutto questo percorso e di condividere valori che sono davvero forti».

«Ho già in programma di proseguire per il terzo anno con questo progetto, ma, intanto, vorrei ringraziare tutta la filiera - conclude il pasticcere, con un invito - È un’esperienza che consiglierei a tutti i miei colleghi: vivere la filiera del nostro prodotto è qualcosa di unico, anche il rapporto umano è un valore aggiunto non indifferente».


Redazione Varesenoi
fonte:
https://www.varesenoi.it/2022/10/18/leggi-notizia/argomenti/storie/articolo/adottare-un-campo-di-grano-poesia-di-un-amore-che-diventa-unesperienza-di-umanita.html

Leggi il testo integrale nel link FONTE (qui sopra)

 

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